Primopiano Dicembre 1999
Parigi è sempre Parigi... (3)
Al
Mercatino delle Pulci non ci vai certo per vedere come aspettano lì il 2000. Ci vai per
trovare non sai bene che cosa, consapevole che qualcosa comunque troverai. All'inizio,
appena fuori dalla metropolitana, ci sono quelli con la borsa da ginnastica ai piedi, che
vendono maglie.
C'erano anche quindici anni fa, ma ciò che è cambiato è che mentre prima erano
anonime, adesso hanno tutte una loro marca ben nota. Ma non è l'unico dei cambiamenti.
Giro giro, ma non ritrovo la spontaneità di una volta. Adesso tutto è strutturato a
negozietti belli e puliti, dove puoi pagare con la carta di credito. Nessuna traccia delle
bancarelle che ricordavo. Nel cuore della zona c'è poi una costruzione tipo centro
commerciale, con le scale mobili, le toilettes: ma che mercatino è mai questo? Dopo
un'ora e mezza tutta così, mi arrendo consapevole di correre il rischio che poco più in
là magari avrei trovato quello che cercavo.
Non sono mai entrato in un ristorante italiano all'estero. Ma alle due e mezzo del
pomeriggio, nel cuore del Mercatino delle Pulci, non trovo di meglio. Entro e il cameriere
al banco (un grillo, salta da una parte all'altra facendo caffè, riempiendo bicchieri di
birra, conversando coi clienti) sta canticchiando il nuovo di Baglioni. Un suo collega ci
accoglie parlando in perfetto italiano ma con l'accento francese. Alle sue spalle il boss,
invece, si esprime in napoletano verace: Pizzeria Ristorante Napoli si chiama, guarda un
po', il posto.
Dal
soffitto cadono giù delle bandierine tricolori in plastica, di quelle che vanno benissimo
quando ci sono i mondiali. Solo che il bianco è ingiallito. Come il rosso dell'adesivo
del Milan appiccicato sul vetro del pizzaiolo e che è diventato quello del Palermo,
rosanero. Boss e cameriere staranno tutto il tempo a sfottersi amabilmente a vicenda dando
spettacolo. Una delizia per i clienti francesi e americani che ci sono dentro. È quello
che loro si aspettano da noi: la commedia. Al Napoli, mangio comunque una delle più buone
aglio, olio e peperoncino della mia vita.
Il quartiere della Défense era appena agli inizi, nel 1982. Il suo Arco nemmeno un
progetto. Un sogno nella mente di François Mitterrand, forse.
Ricordo che mi rifiutai di visitarlo, il
quartiere. Il mio ingenuo romanticismo di ventenne, che amava Rimbaud e Verlaine, non
poteva accettare l'idea di un posto fatto di grattacieli dove uno, al suo interno, poteva
fare tutto: abitare, lavorare, fare la spesa, andare in palestra. Tutto dentro lo stesso
edificio. La mia poesia non poteva accettare tanta prosaicità.
L'Arche de la Défense,
invece, e tutti i grattacieli che ci stanno intorno, sono commoventi. Per il pensiero
architettonico che c'è dietro (è fin banale dirlo, lo so), per la loro maestosità (che
hanno anche quelli di New York, sì, ma questa è Parigi...) e per l'aver saputo rendere
omaggio alla contemporaneità, alla incontrovertibile marcia del tempo. Ma il momento più
emozionante non è sopra, in alto, quando vedi tutta Parigi dall'alto, il cuore rimbalza
quando sei sotto all'Arco e guardi in fondo, verso quell'altro, quello del Triomphe, che -
ora che sono passati tutti questi anni e la poesia mi ha ahimé abbandonato - mi piace
molto meno di questo, che ti sorprende immenso appena la scala mobile ti fa mettere il
naso fuori dalla metropolitana.
C'è una mostra di Colette e il destino delle
donne nel '900, su in alto. Resterà aperta fino al 16 gennaio, tutti i giorni dalle 10
alle 19. In mostra c'è anche il tavolo dove Colette scriveva i suoi libri, le foto di lei
con la penna in mano davanti a quadernoni enormi. Invece, da qua su, dal bar dell'Arc de
la Défense, mando le pagine (i byte?) e le foto del taccuino di oggi. Da questo luogo che
è l'omaggio al tempo che corre e al quale a mia volta rendo omaggio a distanza di anni.
Lo faccio attraverso la scrittura e la tecnologia. Fuori, fra poco, sarà già buio, e
davanti allo spettacolo di prima, ora fatto di luci, mi chiederò di certo come sarà
vederla da qui, la mezzanotte del 31 dicembre 1999.
Roberto Ferrucci |