Senza l'erotismo la tecnologia on
line non si sarebbe diffusa tanto, rivelano le statistiche. Perché è stata la
pornografia a guidare Internet verso il successo. Solo nel '98 l'industria dell'hardcore
virtuale ha guadagnato un miliardo di dollari. E il 70 per cento dei siti a pagamento sono
legati alle luci rosse. Per questo qualcuno adesso parla di seconda rivoluzione sessuale
Nei primi centri informatici del dopoguerra le donne con le loro calze di nylon
erano addirittura temute: infatti, camminando coi collant producevano una tensione
elettrostatica estremamente pericolosa per i computer. Il mondo dei computer era un mondo
di uomini.
Nel 1979 andò online la prima mailbox e contemporaneamente nacquero le prime
reti di comunicazione. Gli argomenti? Il piccolo commercio di prodotti elettronici, i
dibattiti politici e il sesso. Le mailbox costituivano un mezzo di comunicazione che
rendeva possibile uno scambio di opinioni in uno spazio aperto dove non interveniva nessun
tipo di censura. Non c'era nessuna redazione, nessun moderatore. Anche il mondo delle
mailbox era un mondo di giovani.
Nel 1981 l'Ibm produsse i primi Personal Computer. A quel punto erano tre gli
elementi che facevano crescere il mercato dell'hardware e del software: la pigrizia, la
voglia di giocare e il sesso. La pigrizia oggi si chiama comodità ed è la base sulla
quale si sta costruendo un mercato da molti miliardi: l'impressionante giro d'affari
dell'industria del sesso digitale. Nel 1984 apparve il Macintosh: un apparecchio quasi
effeminato, dagli spigoli arrotondati e le dimensioni ridotte rispetto ai suoi
predecessori. Sul video mostrava una serie di piccoli oggetti che venivano spostati
tramite una scatoletta con la coda: il mouse. Art director e donne in carriera se ne
innamorarono subito.
Contemporaneamente venivano sviluppati i primi giochini per il computer. Nel
1986 il fumettista Michael Saenz scrisse il primo gioco pornografico per l'Apple II: Mac
playmate.
Mentre ovunque si parla della terza rivoluzione industriale, è sempre più
evidente quella che si connota ormai come una seconda rivoluzione sessuale. A differenza
degli altri media, Internet si è offerto sin dall'inizio come il primo mezzo di
comunicazione veramente democratico dove nulla veniva censurato. Lo scambio di materiale
pornografico soprattutto tramite Usenet (secondo alcuni, il distruttore del diritto
d'autore) portò ad una 'decommercializzazione' della pornografia.
E la femminista inglese Sherry Turkle non è la sola a definire la sessualità
in Internet 'creativa, sperimentale e comunicativa'. Molte persone che hanno intrapreso
dei rapporti virtuali trovano che le chat erotiche siano estremamente eccitanti. Ognuno
può definire e modificare liberamente la propria identità sessuale: in Internet le donne
possono avere rapporti sessuali come uomini virtuali e viceversa.
Per alcuni questo 'gender swapping' (cambiamento di genere) è un'occasione per
comprendere meglio il proprio orientamento sessuale o, meglio, l'esperienza concreta di
come i ruoli sessuali siano solo una costruzione sociale.
L'unica incertezza non del tutto piacevole è quella che ha messo a nudo il film
Viol{Sostituisci con chiocciola}, dove una ragazza accetta una relazione via chat: non possiamo essere sicuri
che chi si trova all'altro capo del cavo sia maggiorenne.
La pornografia è diventata la pentola d'oro di Internet. Circa il 70 % del giro
d'affari complessivo dei siti a pagamento in Europa e negli Stati Uniti ha a che fare col
sesso, secondo le ricerche della Datamonitor. Solo nel 1998 l'industria pornografica ha
raccolto un miliardo di dollari. L'84% appartiene agli Usa. Tra questi, i tre siti più
visitati fatturano tra i 100 ed i 150 milioni di dollari l'anno. I produttori di materiale
pornografico virtuale di medio successo guadagnano tra i 25 e i 50 milioni. D'altronde
negli Stati Uniti ci sono società produttrici di siti specializzati proprio in questo
settore, come la Lumyr (http://www.lumyr.com/) che si presenta come la ruota della tua
fortuna: 'let us make you rich', è il loro invito.
Per quanto riguarda , invece, gli utenti, sono per il 90% uomini, principalmente
nella fascia d'età tra i 20 ed i 35 anni. Ma anche le donne stanno entrando nel target
delle pagine erotiche della Rete. Studi di mercato hanno scoperto che sono interessate
soprattutto a testi erotici piuttosto che ad immagini esplicite. Eppure l'80% degli
acquirenti di giochi sessuali in Internet risulta essere di sesso femminile: sembra,
quindi, che le donne cerchino anche materiale ben più 'forte' dei soliti raccontini.
Vedremo nei prossimi mesi se le previsioni statistiche (circa 3 miliardi di
dollari il giro d'affari previsto per il 2003) avranno ragione. Intanto con un qualsiasi
computer collegato ad Internet, ognuno può giocare con la propria fisicità tanto
liberamente da staccarsene completamente e farla diventare quasi esclusivamente un fattore
mentale. E questa volta sarà il partner più fantasioso ad averla vinta su quello più
prestante.
t.t.