TRA SPIELBERG E ALMODOVAR
Intervista a Jan De Bont
Olandese, nato ad Eindhoven il 22 ottobre
1943, Jan De Bont è uno dei più importanti rappresentanti della folta colonia di
registi, autori, attori e tecnici europei che vivono a Hollywood. Per oltre trenta anni
direttore della fotografia di pellicole come Caccia
a Ottobre Rosso e Die Hard di John
McTiernan, di Arma Letale 3 di Richard Donner,
di Cujo, di Black Rain, De Bont ha esordito alla regia nel 1994
con il fortunatissimo Speed dove ha diretto
Keanu Reeves e Sandra Bullock. Poi sono arrivati Twister
con Helen Hunt e Bill Paxton, lo scadente Speed
2 nato male per colpa di obblighi contrattuali e adesso The Haunting, film del terrore con protagonisti
Liam Neeson, Lily Taylor e la stupenda Catherine Zeta Jones, remake delloriginale del 1963 di Robert Wise
con Julie Harris e Claire Bloom. In questa intervista esclusiva De Bont mette a nudo il
suo amore per il cinema dazione e per quello fantastico.
Mr.
De Bont, Haunting Presenze è basato sul
romanzo di Shirley Jackson The haunting on hill
house. Quali sono le differenze fondamentali con il libro?
I personaggi sono sostanzialmente gli
stessi, soltanto che nel libro la relazione tra le due donne aveva anche una natura
sessuale. Qualcosa di molto scioccante negli anni Sessanta e che oggi ci sembrava
risultare non altrettanto efficace. In effetti, avevo anche girato qualche scena un
po più ammiccante, ma ho preferito tagliarla nel montaggio definitivo, perché
volevo concentrare il mio film sul rapporto tra Nell, ovvero il personaggio interpretato
da Lily Taylor e la casa dove si svolge la storia.
Lily
Taylor è la vera protagonista di Haunting, nonostante
il suo nome finisca sui cartelloni dopo quelli di Liam Neeson e di Catherine Zeta
Jones
I cartelloni sono realizzati direttamente
dagli studios e un regista ha poca voce in
capitolo a tale riguardo. Conoscevo Lily Taylor e il suo lavoro come attrice del cinema
indipendente e ho pensato che grazie al suo talento che la fa sembrare una donna
vulnerabile e molto sensibile, fosse la scelta giusta per questo film. Del resto se avessi
utilizzato per lo stesso personaggio Michelle Pfeiffer o Julia Roberts non sarebbero state
credibili. Lily doveva avere la stessa eccellenza di queste due star hollywoodiane e credo
sia pienamente riuscita nel rendere un personaggio difficile. Qualcosa di analogo a quello
che fece Sissy Spacek in Carrie di Brian De
Palma e Shelley Duvall in Shining di Stanley
Kubrick.
Cosa
pensa di Catherine Zeta Jones?
E una donna estremamente
affascinante, unottima interprete e possiede una spontaneità molto sensuale e piena
di energia. La stessa di Sandra Bullock.
La
sua è solo lultima di una serie di case del terrore. Abbiamo la serie de La casa, abbiamo lalbergo di Shining e
ancora abbiamo i castelli di Dracula e Frankestein. Qual è a suo avviso - la
fascinazione esercitata dal terrore claustrofobico di uno spazio chiuso?
Credo che il filo rosso capace di legare
tutte queste famose abitazioni cinematografiche sia quello legato alla storia dei singoli
edifici. Penso che quando uno sa che qualcosa di terribile è avvenuto in una certa casa,
la sua mente inizi a vagare e fantasticare. E per questo che maggior parte del film
si muove intorno al grande camino. Un luogo dinanzi a cui un tempo si raccontavano le
storie di fantasmi e che mi ricorda la mia infanzia in Olanda quando i miei mi
raccontavano le fiabe per farmi addormentare. Una scelta strana quella di narrare delle
favole che spesso risultavano davvero spaventose e certo non favorivano il sonno.
Quali
sue paure ha voluto riversare in Haunting ?
Innanzitutto quella di ciò che è
ignoto, poi quella dellinaspettato. La nostra natura umana ci spinge a tentare di
capire che cosa si cela dietro ai misteri e in ciò che rimane nascosto. La casa è una
grande ragnatela che congiunge tutti i punti tra loro. Per me lintero film rimane
essenzialmente una fiaba sullo stile de La bella e
la bestia. Vede, io soffro di insonnia e molto spesso mi aggiro per casa di notte
chiuso nei miei pensieri. Ogni tanto incontro mia moglie che mi viene a cercare e faccio
un salto dalla paura, perché mi spaventa terribilmente essere sottratto di colpo alle
cose cui penso e che mi trasferiscono in un altro mondo. Quello che risulta inaspettato fa
sempre unenorme paura. Nel cinema questo diventa qualcosa di simile a un trucco,
ovvero far accadere qualcosaltro rispetto a quello che si aspetta il pubblico in
sala.
Da dove nasce la paura?
Sempre dalle esperienze personali. Solo
quello che terrorizza gli autori può fare paura anche al pubblico. La scena degli specchi
ripete, per esempio, ciò che mi accadde quando ero bambino in Olanda e rimasi
intrappolato al buio in un baraccone di una piccola fiera.
Perché i personaggi dei suoi film sono sempre in
movimento?
Perché vogliono cercare di sfuggire il
male senza perdere il controllo, magari seduti in un angolo a piangere.
Il
suo film è una fiaba e lei ha rispolverato un archetipo come quello dellorco che fa
del male ai bambini. Eppure, negli ultimi anni il cinema e il mondo dellinformazione
hanno avuto sempre più a che fare con quello che Peter Greenaway ha definito come
lultimo tabù di questo secolo: la pedofilia. E mai stato preoccupato che la
sottile linea di confine tra il mostro delle fiabe e il moderno pedofilo potesse essere
solcato dalla sua pellicola?
No, perché uno dei film che più mi
hanno ispirato nella vita è stato La belle e la
bete di Jean Cocteau una specie di opera horror. Volevo realizzare un film che
potessero vedere anche i miei bambini. Inoltre ho fatto in modo che Haunting non venisse vietato ai minori di
quattordici anni, perché ricordavo tutti gli sforzi che da giovane facevo per vedere di
nascosto i film dellorrore. Del resto io volevo portare sullo schermo qualcosa di
molto classico
Lei
crede che questo film sia stato sfavorito dallincredibile successo di The Blair Witch Project, un film indipendente
senza troppi effetti speciali che ha letteralmente sbancato il botteghino americano?
Io sono da sempre un appassionato dal
genere dellorrore e posso dire con certezza che alle persone non interessa mai
quanto sono costati film e non è questo il motivo per
cui le persone vanno a vederli. La gente va a cinema a vedere le pellicole
che sulla carta sembrano buoni. Il mio film insieme a Blair Witch è una pellicola che tenta di ridare
lustro a un genere che negli ultimi dieci anni è stato sommerso da storie piene di sangue
e basta.
Joel
Silver, produttore di film come Matrix e Arma Letale sta realizzando unaltra pellicola
simile alla sua con protagonisti Geoffrey Rush, Elizabeth Hurley e lex Bond girl
Famke Janssen
Si intitola The house on haunted hill e la storia racconta di
persone che accettano un milione di dollari per dormire (e sopravvivere
) una notte
sola in una casa infestata dai fantasmi. Nelloriginale in bianco e nero alle persone
venivano offerti solo10.000 dollari, ma con i tempi che corrono
In
Twister il protagonista principale era il
tornado. In questo film, invece, la vera protagonista è la casa. Lei preferisce dirigere
le cose o gli attori?
La divisione non è così facile. Quando
facevo il direttore della fotografia ho lavorato a film come Caccia a Ottobre Rosso dove i sommergibili erano
importantissimi e Die Hard dove il grattacielo
era fondamentale. Dirigere le cose e gli attori è complicato alla stessa maniera, perché
entrambi alla loro maniera reagiscono a quello che tu vuoi davvero portare
sullo schermo.
Quanto
le è stata daiuto la sua esperienza trentennale come direttore della fotografia la
realizzazione dellatmosfera gotica e carica di mistero di Haunting?
Moltissimo. Un sacco di registi hanno
grandi difficoltà nello spiegare come vogliono realizzare determinate scene e io
quando facevo il direttore della fotografia dovevo fare i salti mortali per capire
quello che volevano. In questo caso per me è stato molto facile spiegare quello che
volevo al mio direttore della fotografia. Le luci e le sfumature in Haunting sono fondamentali. E molto
importante capire quello che si vede e quello che non si vede e quindi mi sono trovato
avvantaggiato non solo nel sapere esattamente quello che volevo, ma anche come intendevo
portarlo a compimento.
Un
elemento terrorizzante in Haunting è dato dal
sonoro e dal campionamento delle voci che sembrano provenire da unaltra dimensione.
Lei crede che le nuove tecnologie permettano di esplorare anche questo particolare aspetto
dei film dellorrore?
Certamente. Il suono è estremamente
importante. Per questo film ho ideato un sistema sonoro chiamato Dolby Digital Surround Ex
che consente un audio tridimensionale proveniente dallalto. Non sono stati molti i
cinema americani ad adottarlo, perché richiedeva che gli altoparlanti fossero installati
sul soffitto e alcuni esercenti temevano cadessero giù sul pubblico. Io trovo che un
audio a tre dimensioni che emani i suoni dallalto verso il basso sia una delle cose
più paurose del mondo. Quando il suono arriva da sopra la testa non si può non rimanere
spaventati. Era molto importante che la casa avesse una specie di voce e che fosse in
grado di comunicare con le persone al suo interno.
A
che cosa si sta dedicando adesso?
Produrrò il prossimo film di Pedro
Almodovar intitolato The paperboys basato sul
romanzo di Pete Dexter, il primo ambientato in
America, in Florida per lesattezza durante gli anni Sessanta, del regista spagnolo.
Un film molto intimista che racconta la storia di due fratelli. Almodovar ha letto la
versione spagnola del romanzo e se ne è subito innamorato. Io avevo già letto il libro e
avevo realizzato un primo trattamento della sceneggiatura. Stiamo scegliendo gli attori e
le locations dove girare il film. Poi
produrrò un film di fantascienza diretto da Steven Spielberg e intitolato Minority report. Il protagonista sarà quasi
certamente Tom Cruise.
Quale sarà, invece, la sua prossima regia?
The
last six million seconds un Thriller tratto
da un romanzo molto popolare negli Stati Uniti che
racconta gli ultimi sei milioni di minuti prima che Hong Kong fosse consegnata ai cinesi.
Lei
dovrebbe girare anche un remake di un altro film
di Robert Wise: Hindenburg la storia dello sfortunato dirigibile nazista esploso sul New
Jersey negli anni Trenta
E vero, ma la sceneggiatura ancora
non mi soddisfa molto e dobbiamo lavorarci su.
Si
parla di lei anche come regista di Cosm con Dustin Hoffman
Sono affascinato dalla fisica e dalla
scienza e questo rende il film molto difficile nella sua realizzazione. Il mondo della
fisica è molto interessante, ma spaventa molto le case di produzione hollywoodiane. Ma
spero di potere realizzare presto questa pellicola riguardo la nascita dellUniverso.
Una tematica molto avventurosa ed interessante, che non credo vada considerata troppo
difficile per il pubblico
Lei insieme al regista Paul
Verhoven è stato il responsabile dellilluminazione della famosissima scena di Basic
Instinct in cui Sharon Stone accavalla le gambe. A sette anni di distanza lei avrebbe mai
pensato che quella particolare serie di fotogrammi sarebbe entrata con tanto peso nella
storia del cinema?
Volevamo rendere quella scena come qualcosa di molto ovvio.
Senza quella particolare ripresa lintera scena non avrebbe significato nulla.
Ovviamente sapevamo tutti cosa stavamo facendo e quindi oggi possiamo dirci tutti
colpevoli.
Marco Spagnoli |