Intervista a Harrison Ford
Alletà di cinquantasette anni
Harrison Ford conserva intatto il suo fascino, che sembra quasi risultare scolpito e
impreziosito dal tempo. Una virtù di famiglia quella che sembrerebbe avere
idealmente ereditato dal suo padre cinematografico Sean Connery, con cui condivise
innumerevoli diverbi e divertentissime avventure in Indiana Jones e lultima crociata, terza
puntata della serie basata sulla vita dellaffascinante archeologo. Saga che manca
dagli schermi da dieci anni e di cui Spielberg starebbe pensando di realizzare per il 2001
un seguito. E qualora ci fosse loccasione Harrison Ford accetterebbe subito di
indossare ancora il cappello di Indiana Jones, visto che lui ama molto lavorare fianco a
fianco con Steven Spielberg e il creatore della serie, quel George Lucas che nel 1973
affidò a lui ancora semi sconosciuto un ruolo nel film generazionale di quellepoca:
American Graffiti. Ford, falegname di
professione, iniziò così a compiere i suoi primi timidi passi a Hollywood lungo un
sentiero che avrebbe attraversato gli ultimi trenta anni del cinema americano. Mai eppoi
mai avrebbe pensato di partecipare a tanti film importanti, lui che ancora oggi quando è
pagato circa venti milioni di dollari a pellicola, ricorda di non avere mai neppure
lontanamente sospettato di avere un giorno un ruolo da protagonista in
qualche mega produzione hollywoodiana. Uno strano caso della vita se pensiamo che lHarrison
Ford che nel Duemila gira per il mondo con tanto di guardia del corpo ed è sempre attento
a misurare le parole di ogni affermazione che fa, ha addirittura partecipato senza
venire mai citato a una pellicola dautore come quel Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni simbolo
di unintera epoca ormai conclusasi da molto tempo. Il suo grande amore per la moglie
e per i figli è fuori discussione, visto che da sempre rinuncia a una carriera da regista
per non dovere lavorare oltre i sei mesi allanno che trascorre girando film che
quasi sempre stazionano per settimane ai vertici delle classifiche di incasso di tutto il
mondo. Come lultimo Destini Incrociati diretto
da Sidney Pollack e interpretato in coppia con laffascinante Kristin Scott Thomas
che ha guadagnato in soli tre giorni, ben quattordici milioni di dollari andandosi a
piazzare direttamente al secondo posto della classifica americana. Un altro ruolo in cui
Ford sfrutta la personalissima vena di duro dal cuore buono e a tratti ingenuo, capace di
stabilire una stretta sintonia con il suo pubblico, principalmente femminile che lo ha
amato e seguito in tutti i film che lattore ha fatto. Partendo proprio da quella
trilogia di Guerre Stellari di cui va molto
fiero e che con una semplice espressione del viso ci fa capire che considera
ancora imbattibile, soprattutto in confronto con il primo deludente episodio della nuova
serie, iniziata con La minaccia fantasma. Ripercorrendo
a ritroso la sua carriera, troviamo innumerevoli sue interpretazioni che hanno in qualche
maniera segnato la storia del cinema: da Il
testimone di Peter Weir a Blade Runner di
Ridley Scott, da Frantic di Roman Polanski a Presunto innocente del recentemente scomparso Alan
Pakula lattore ha sempre incarnato leroe determinato a scoprire la verità,
approfondendo un carattere a metà tra il romantico e il pragmatico. Quanto lui assomigli
nella sua vita privata ai personaggi che interpreta è difficile dirlo. Molti addetti ai
lavori lo considerano uno degli attori di Hollywood più odioso e scostante, leggermente
ammorbiditosi con il passare degli anni, fatto sta che la sua simpatia artistica rimane
fuori discussione.
Mr.
Ford, in Destini incrociati lei finisce per
riunire in un unico personaggio le principali caratteristiche dei suoi ruoli precedenti:
è contemporaneamente un duro e un romantico. Cè uno dei due aspetti cui si sente
idealmente più vicino?
Il piacere del mio lavoro sta proprio nellinterpretare
tipi e personaggi differenti in pellicole diverse tra loro. Ed è stata sempre la mia
ambizione più grande esplorare i confini del personaggio principale. Francamente, non
avrei mai pensato di riuscire a diventare un attore importante al punto di essere il
principale protagonista di produzioni hollywoodiane. Quando ero giovane e pensavo alla mia
carriera, immaginavo che avrei avuto ruoli da caratterista o da attore ricorrente e che
quindi mi sarebbe stato possibile un numero davvero esteso di parti diverse. In questo
senso guardando indietro alla mia carriera sono contento di avere
interpretato dei personaggi più semplici per poi passare a ruoli sempre più complessi.
Un elemento che distingue i suoi ruoli dazione
da quelli dei suoi colleghi è il fatto che nei suoi film riesce sempre a creare un legame
con il pubblico. Di contro ad attori come Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone e
altri, i suoi personaggi non sono così sicuri di se stessi e scoprono le cose insieme
agli spettatori. E un caso oppure una caratteristica precisa dei ruoli che sceglie?
E un concetto molto interessante e
non ci avevo mai pensato. Credo che abbia ragione. Nei miei film io prendo sempre in
considerazione il pubblico. Non tanto per le sue aspettative, quanto piuttosto per la sua
intelligenza. Penso di dovere allo spettatore il diritto di farlo sentire vicino al
personaggio che io interpreto. Non mi interessa vedere raccontare le storie da prospettive
differenti e distanti. Questo ha anche una maggiore riuscita dal punto di vista della
drammatizzazione narrativa rispetto a qualsiasi altra alternativa. Mettere un personaggio
più avanti del suo pubblico non ha senso. Io preferisco trovare questi elementi ben
strutturati in una sceneggiatura articolata ed è possibile che io graviti inconsciamente
intorno a ruoli e film che offrono sempre questo tipo di implicito rapporto di
collaborazione tra me e il pubblico.
Il
successo di questestate de La mummia è
una riprova qualora ce ne fosse bisogno del desiderio del pubblico di
assistere a un certo tipo di film di avventura. Pensa che la rivedremo mai nei panni di
Indiana Jones?
Il metodo che abbiamo sempre usato fino ad
ora è quello che George Lucas si fa venire unidea traccia un trattamento della
sceneggiatura che affida a uno scrittore. Questo fa pervenire il suo lavoro a Spielberg e
a me, poi, decidiamo insieme che cosa va e che cosa non va. Al momento non cè una
sceneggiatura.
Cè
forse un trattamento allora
Non lo so.
Eppure
un paio di anni fa si era parlato di un possibile Indiana
Jones 4 e il continente perduto. Una storia basata sulla ricerca di Atlantide e
si era detto che la famiglia Jones dopo lei e
Sean Connery sarebbe stata allargata a Kevin Costner nei panni del fratello di Indiana
Mi giunge come una cosa un po nuova
Le
piacerebbe?
Non so cosa dirle, a me piace molto quel
genere di film con o senza Kevin Costner.
Come
considera i suoi personaggi: degli eroi, forse?
Non credo di avere mai firmato un contratto
per girare un film pensando che mi venisse proposta la parte delleroe. Credo,
piuttosto che mi sia stato chiesto di interpretare un archeologo, uno studioso, un
poliziotto, un avvocato e così via. Lunica cosa che li rende eroici è
che accettano di affrontare la sfida che la sceneggiatura pone sul loro cammino. Non ho
mai pensato a loro come a degli eroi. Sarebbe molto dannoso affrontare un personaggio con
questa idea preconcetta, anche se molti miei colleghi si sentono degli eroi nei loro film.
Ma
lei crede agli eroi?
No, ma vedo molte persone che si comportano
in maniera eroica. Cosa significa poi essere degli eroi? Secondo me vuol dire agire senza
pensare a se stessi, anteponendo a tutto i bisogni e gli interessi di qualcun altro.
Lei è un appassionato del volo come
pilota di piccoli di aerei. Da dove nasce questo amore?
La cosa che mi ha portato a volare era lidea
di sviluppare unabilità, imparando in unetà non più giovane a confrontarmi
con una disciplina importante. Era parecchio tempo che non mi applicavo a qualcosa dal
punto di vista di imparare a farlo. Amo molto le macchine e i loro rumori. Mi piacciono le
persone che incontro nellambiente aeronautico: il ragazzo che ti riempie il
serbatoio, il metereologo, i meccanici e gli altri piloti che io incontro non come star di
Hollywood, ma come un altro pilota. Volare mi fornisce unaltra identità vivibile.
Non cè niente di più noioso di spendere le proprie giornate come un famoso
attore. Una giornata da pilota per me è magica, invece.
Questo conferma che lei era la scelta
migliore di Spielberg per il film su Charles Lindbergh, il primo trasvolatore atlantico
Ecco, quello che lei ha citato era un ruolo
davvero interessante sia per i suoi aspetti positivi che per quelli negativi. Poi Steven
ha preferito non fare un film su un noto antisemita e quindi non mi sono più posto il
problema di come dovere interpretarlo.
Le
dispiace che il personaggio di Han Solo non abbia un suo antenato nella nuova trilogia di Star Wars?
Questo è lultimo dei miei problemi,
anche se capisco che il suo è un modo carino per chiedermi cosa penso di Episodio I.
Allora,
visto che ha smascherato il trucco: cosa pensa de La
minaccia fantasma
La mia risposta precedente è da
considerare una replica diplomatica a tale riguardo.
Lei
è stato dopo Alec Baldwin il protagonista della trilogia di Jack Ryan, personaggio tratto
dai libri di Tom Clancy. Ha mai pensato di girare un altro film nei panni di questo
personaggio dopo Giochi di potere e Sotto il segno del pericolo
Attualmente stiamo sviluppando una
sceneggiatura sulla base del romanzo The sum of all
fears e se lo script sarà buono, penso di
farlo, perché quello di Ryan è un personaggio che mi piace molto.
Quale sarà il suo prossimo film?
Una pellicola diretta da Robert Zemeckis What Lies Beneath. Sarò un genetista dellUniversità
del Vermont sposato a Michelle Pfeiffer.
Marco Spagnoli |