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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Dicembre 1999


La mummia – intervista a John Hannah

Il protagonista di Sliding Doors va in Egitto a caccia di tesori

Remake del classico del 1932 con protagonista Boris Karloff, La mummia, diretto dal regista Stephen Sommers, assomiglia più a un episodio intermedio di Indiana Jones che a un rifacimento di un capolavoro del cinema in bianco e nero. E gli ingredienti tipici dei film della saga ideata da Steven Spielberg e George Lucas con protagonista Harrison Ford ci sono proprio tutti. Avventura, amore, passione, morte, ironia e pericolo sono i temi dominanti di questo divertente film di cui si sta già preparando un sequel ambientato stavolta – forse –  a Londra. Un destino amaro e pericoloso quello dei seguiti che lungi dall’essere legato a un’improbabile maledizione (di certo di natura hollywoodiana e non egiziana) toccò già al povero Karloff che dovette interpretare senza fortuna il ruolo del povero Imhotep altre quattro volte, prima che si potesse ritenere davvero esaurito il filone iniziato dal capostipite del 1932. Ancora non è stato reso noto il cast che dovrebbe – molto probabilmente – vedere ancora riuniti i protagonisti principali Brendan Fraser (George della giungla, Demoni e Dei), Rachel Weisz (Lo straniero che venne dal mare), Arnold Voslo e John Hannah (Sliding Doors) che abbiamo intervistato in occasione della presentazione del DVD de La mummia.

Mr. Hannah, cosa pensa della cornice dell’anfiteatro greco per la presentazione di una pellicola di ispirazione fantastico archeologica come La mummia?

E’ stata un’esperienza straordinaria. Cinquemila persone sotto le stelle in uno spazio carico di storia e di emozioni come quello hanno dato vita ad una proiezione davvero emozionante. E pensare che c’è chi dice che non conta mai il luogo dove viene proiettato un film…

Cosa la ha spinta ad accettare il ruolo dello scapestrato fratello dell’affascinante archeologa?

Ero un po’ spaventato e non ero sicuro di volere interpretare un personaggio così distante da quelli che avevo sempre fatto. Poi mi sono ricordato di avere iniziato a fare l’attore per dare vita a ruoli diversi tra loro. Il non sapere se potevo interpretare questa parte è stato quello che mi ha convinto a recitare ne La mummia.

Il pubblico ha dimostrato di non essere rimasto troppo disorientato da questa sua interpretazione. Dopo Sliding Doors e Quattro matrimoni ed un funerale nessuno si aspettava un ruolo tanto diverso…

Può sembrare strano che io abbia lasciato i panni di un personaggio elegante e raffinato per accettare una parte sullo stile di quella che avrebbe potuto interpretare Pippo, l’amico di Topolino, ma io non vivo a Hollywood e non sono certo costretto a seguire quelle regole che ti incastrano in un ruolo a vita. Io sono un attore e interpretare personaggi diversi renderà certamente più interessanti la mia carriera e la mia vita.

La mummia è un film più vicino al genere avventuroso che a quello horror

Quello che Steve Sommers come regista ha sempre voluto fare era di realizzare un tipo di film assente dal grande schermo da molti anni. Una specie di nuovo Indiana Jones indagato nel suo aspetto più umano e raccontato come un viaggio epico, dove nonostante le scene straordinarie nel deserto, gli inseguimenti e gli effetti speciali l’elemento umano è sempre in primo piano. Perfino la mummia è solo la vittima di una toccante passione amorosa. Le avventure che vengono raccontate in questo film fanno parte della grande ricerca che portiamo avanti riguardo il comprendere chi siamo e da dove veniamo. Una distrazione dal nostro quotidiano per guardare un po’ più là e comprendere qualcosa di più di noi stessi. Tutti quanti portiamo dentro di noi i nostri demoni. Quello che affascina di più della mummia è che possiede un potere che va molto oltre la nostra comprensione. La paura che possiamo provare nei suoi confronti è la stessa che ci terrorizza quando intorno a noi abbiamo solo silenzio e rimaniamo da soli al buio. E’ qualcosa di atavico e al tempo stesso di inspiegabile.

Lei – come attore – è stato paragonato più volte all’indimenticabile David Niven. A chi si è ispirato per questa parte?

So che sembrerà strano, ma nonostante io sia un grande fan di stelle del cinema comico come i Fratelli Marx, il personaggio principale cui mi sono ispirato per le gags di questo film è Shaggy del cartone animato Scooby Doo.

Marco Spagnoli

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