Vicenza spegne le
lucciole
Si era ritrovato invaso dalle
prostitute "fuggite" da Verona e Padova. Ora anche il Comune berico ha firmato
l'ordinanza che multa gli automobilisti che trattano sesso a pagamento sulla strada. Si
rischia fino a un milione di lire, oltre al pericolo di vedersi arrivare a casa il
verbale. Il problema? Che forse è un provvedimento illegittimo
Probabilmente neanche ce l'avevano in testa, una cosa
simile. Invece dopo il blitz di Padova e Verona sono stati costretti: o firmare la stessa
ordinanza che appioppa multe salate agli automobilisti che si fermano a trattare con le
prostitute, o finire sommersi dalle lucciole "cacciate" dalle città vicine.
Così da giovedì 13 agosto anche a Vicenza guai a chi tira giù il finestrino dell'auto
per il classico "quanto vuoi?".
Sorrideva, il commissario straordinario Filippo Rubino che
ha annunciato il provvedimento. Faceva vedere il giornale l'Arena dove c'era un titolo
tipo "Prostitute, Vicenza vi dà il benvenuto". "L'ordinanza è simile a
quella di Padova e Verona - ha spiegato Rubino - Anche in adesione all'invito del
prefetto. Il fatto è che abbiamo notato che il fenomeno prostituzione da Padova e Verona
si è spostato adesso a Vicenza. Da qui l'ordinanza, che ha effetto immediato".
Le regole sono circa le stesse, con lo stesso linguaggio
burocratico: vietato in tutto il territorio comunale "contrattare prestazioni
sessuali a bordo di veicoli circolanti sulla pubblica via". Inutile dire che
"consentire la salita sul veicolo di un soggetto che esercita attività di meretricio
costituisce conferma palese dell'avvenuta violazione". Comunque basta la fermata e
scatta la sanzione: da 500 mila lire a 1 milione, ma se si paga subito bastano 333.500
lire. Si rifiuta? Si scappa? O anche semplicemente non si sapeva? La multa arriva a casa
con tanto di spiegazione, sempre nel linguaggio tanto amato dalla pubblica
amministrazione: "Contrattava prestazioni sessuali a pagamento con soggetto
notoriamente dedito al meretricio". Una bella grana, in famiglia.
Non basta: è vietato anche indossare un abbigliamento
"indecoroso o indecente, ovvero mostrare nudità". Un problema, dice
l'ordinanza, sia "di decoro e decenza" che allo scopo di "evitare la
distrazione dell'attenzione alla guida di chi circola sulla pubblica via". Insomma
niente tette al vento, minigonne-senza-niente-sotto, ecc. Le multe per le lucciole, in
questo caso, vanno dalle 250 mila lire al milione.
Come per tutte le multe, è previsto il ricorso al Tar e
volendo al presidente della Repubblica. Ma chi se lo vede uno scrivere a Scalfaro per
dirgli che no, non è vero che andava a puttane? "Contiamo sulla deterrenza - dice
infatti Rubino - Sulla paura di ricevere a casa il verbale". Ma non nasconde i dubbi:
"Subito ci saranno effetti positivi, ma non durerà a lungo". Anche perchè
tutti sanno che difficilmente una simile ordinanza potrà essere considerata legittima.
Per problemi di privacy e per l'infinità di contestazioni e interpretazioni.
Esempi? "Non trattavo alcuna prestazione ma chiedevo
informazioni su una strada...". Ancora: che succede se si parcheggia l'auto in una
stradina vicina e si contratta a piedi (il divieto vale solo se a "bordo di
veicoli")? Anche la decenza dei vestiti è opinabile: pantaloncini corti con i buchi
sul sedere sono indecorosi? Allora si potrebbero multare anche decine di ragazzine e
turiste. Insomma un buon avvocato potrebbe sbizzarrirsi. Solo che pochi si rivolgeranno ad
un avvocato. Rubino sa che è anche un problema politico: "E' un modo per far sentire
la voce dei sindaci a Roma, perché cerchino soluzioni al fenomeno prostituzione".
Comunque polizia municipale, polizia e carabinieri si
stanno preparando. Anche per appostamenti in borghese. "Intanto con tre nostre
pattuglie fino a mezzanotte - spiega il comandante dei vigili urbani di Vicenza Roberto
Dall'Aglio - Più avanti arriveremo fino alle due". La guerra è aperta, allora.
Domanda: e se Sovizzo non prendessero nessun provvedimento, diventerebbe la più grande
cittadina a luci rosse d'Italia?
Alessandro Mognon |