
VICENZA - Artisti in
"Trastevere"
Al
di là del fiume, secondo la migliore tradizione romana o parigina, sabato 5 e domenica 6
settembre artisti Vicentini espongono "en plein air", nel suggestivo quartiere
di S. Pietro, effettivamente un po’ trasteverino, le loro opere. Per l’occasione
tiene aperto il portale anche il prezioso oratorio dei Boccalotti e mette in mostra ai
visitatori altre pitture d’altri tempi.
Come sempre in questi casi, si alternano lungo i
marciapiedi della via cose interessanti ed altre più scontate; abilità tecniche ed
esecutive e ricerche nuove; déjà vu e discreti elementi d’arredo.
Ecco, ad esempio, alcune originali sculture in legno di
Thomas J. Jansing, tra cui un doppio pannello con Adamo ed Eva
che si affrontano ad angolo retto.
Ecco le figure di Maria Grazia
Filippetto, che da un grafismo piatto del segno riescono a trarre una volumetria
essenziale, colorata ed esotica.
L’opera di Giovanna Lupi riassume aspetti solo
apparentemente dicotomici dell’arte: il realismo figurativo e l’astrattismo
puro. Persino una piccola scultura, che sembra originata da un sasso di fiume, riunisce in
sé altri due termini dialettici: volume e bidimensione pittorica, mostrando anche due
facce della realtà, una femminile ed una maschile.
Difficile sottrarsi al fascino delle creazioni cinetiche
ottenute col doppio pendolo del fotografo Franco dalla Pozza: eventi grafici nati dalla
sintesi tra la precisione meccanica e il caos.
Tra i più veri, in termini artistici, di questa rassegna
sono forse i "galli" di Arci Persano. Se Arci sta per
Arcangelo, l’artista ha in comune con le sue creature ali coloratissime per volare alto; la breve tangente somiglianza finisce
qui, perché poi, i suoi galli sono dotati di rutilanti creste simile a corone regali e di
zampe artigliute e di becchi dai sorrisi sornioni. Essi sembrano molto contenti di
trovarsi nel coloratissimo mondo inventato per loro da Persano ("Mi annoiavo del
mondo e ne ho inventato uno nuovo" - dice. E intanto disegna veloce, su un pezzo di
cartoncino malconcio con un pennarello, per Nautilus, un gallo). I suoi dipinti esposti,
inseriti in cornici spesso, anche quelle, opere del pittore, sono quasi tutti oli o
pastelli del ’97 e quasi tutti recano in un angolo un segno a forma di pettine che
ricorda i tetradenti di Capogrossi. Ha forse un valore simbolico? No. E’, molto più
semplicemente, una "E", un richiamo all’Europa unita. Così questo
tarantino, artista da sempre, anche quando doveva fare un lavoro "vero" per
campare, prestato a Vicenza da trent’anni, inventore unico, originale ed indiscusso
di galli (superando d’un balzo l’annoso problema sul chi, tra uovo e gallina,
debba essere esistito per primo), si scopre avere anche un’attualissima vocazione
europeista.
G.G, |