Sergio Sermidi
alla chiesa di S. Giacomo
La bella mostra
allestita a cura di Sandro Stocco nella barocca chiesa vicentina di S.Giacomo, documenta
litinerario artistico di Sergio Sermidi, pittore mantovano dai segni complessi
eppure semplicissimi, le cui tele, quasi monocrome striate da tratti prepotenti,
ossessivi, che si ripetono sempre uguali eppure ogni volta diversi, scandiscono con
vigorosissima cromia gli spazi discreti della chiesa.
La complessità dei graffi, delle orme, degli strisci su
colore di Sermidi è assai ben documentata dal saggio di Giovanni Maria Accame che,
assieme a quelli di Umberto Artioli e Francesco Bartoli, corredano la monografia-catalogo
dal titolo "Genesi e luce" che accompagna la mostra.
"Si deve
risalire alla seconda metà degli anni Sessanta - afferma Accame- per rintracciare in
Sermidi quelle matasse segniche che oggi riconosciamo come il momento germinale di tutta
la pittura successiva. Con modalità differenti, abbiamo però in quelle opere, il segno,
la sua iterazione incessante e la ricerca della luce, con i mezzi appunto della
continuità e della ripetizione del segno. Qui emergono anche i riferimenti più
amati : Pollock, ma ancor più Tobey, sicuramente Tancredi e Dorazio, più vicini
come modo di sentire il colore, il problema della luce."
Ed è proprio questa luce, che seguendo striature e
percorsi immaginifici trapassa sulle tele dai colori accesi, il maggior fascino
dellopera di Sermidi. Essa seduce ed invita a tener dietro il percorso di quelle
scritture segniche, come attraverso una mappa geografica in un viaggio metafisico che
conduce in nessun luogo e in un tempo assoluto.
G.G. |