
Una
"Giusti" protesta
Il Prof. Piero
Morpurgo, nostro collaboratore, in una lettera inviata al quotidiano "La
Repubblica" vede la propria protesta riguardante la scarsa qualità del servizio
scolastico pubblico ed in particolare il problema dello sfratto degli alunni dalla scuola
elementare vicentina "Giusti" totalmente accolta da Barbara Palombelli.
Pubblichiamo la lettera e la risposta della nota giornalista così come sono apparse
nell'edizione del 2 febbraio 1999
Se la scuola somiglia ad un carcere
Provo disagio nel leggere il susseguirsi di opinioni
sui finanziamenti alla scuola privata: si ha l'impressione che chi interviene o non abbia
figli in età scolare o si sia dimenticato di essere stato studente. Le attente analisi
dei principi costituzionali offrono fotografie aeree dello stato delle nostre scuole tanto
che i problemi di genitori, alunni ed insegnanti vengono toccati molto di rado. Nessuno si
indigna perché nel "mitico nordest" gli asili nido costano ai genitori 11 per
cento circa del reddito netto (una famiglia di insegnanti, oggi accusata di avere 1,1- mia
figlia mi ha chiesto come si fa! - bimbi a coppia, paga 450.000 lire mensili).
Non si protesta per il disinteresse per il mondo dell'infanzia che risulta dal bilancio
1998 varato dalla giunta di centrosinistra (!) di Vicenza ove si prevede il taglio dei
finanziamenti alle scuole materne da 8.082.161.469 a 6.124.711.130 lire. A causa di questa
riduzione di spesa molti bimbi sono stati costretti a rivolgersi a strutture private e
altri non hanno potuto frequentare queste scuole. Sembrerebbe che i bambini diano
fastidio; è una sensazione confermata dal progetto di espellere 167 allievi della scuola
elementare Giusti, dall'edificio che era stato costruito nel 1907 affinché gli scolari
potessero godere del giardino prospiciente.
L'inopinato provvedimento prevederebbe di- «confinare» i piccoli scolari in una ex
caserma malsana e angusta, mentre 1'antica scuola è stata ceduta dall'amministrazione
comunale all'Associazione Industriali della Provincia di Vicenza che pare ignara dei
diritti dei più piccoli.
La visione d'insieme diventa ancor più fosca se si considera che i genitori ii . delle
scuole elementari sono subissati da richieste di "collette" per l'acquisto di
strumenti didattici indispensabili e perfino di materiali igienico-sanitari, giacché
quelle scuole che dovrebbero essere pubbliche non hanno soldi: Per quanto riguarda gli
ordini di scuole bastino due esempi: la gran parte delle aule è priva di una dignitosa
carta geografica e le migliaia di computer che erano stati promessi non sono mai arrivati.
Non è possibile che le scuole siano affidate all'indifferenza all'indolenza di
amministratori che non sanno più quanto costa un astuccio di matite, che progettano
scuole senza giardini, che pensano che i bambini possano vivere in caserme da cui non si
vede il cielo.
Piero Morpurgo - Vicenza-
La scuola elementare dove hanno
studiato i miei figli, a Roma, in famiglia era soprannominata lo Spielberg, il terribile
carcere dov'è ambientato «Le mie prigioni di Silvio Pellico (da non confondersi con il
regista-produttore specializzato in effetti speciali, magari collaborasse ai restauri
delle scuole...). Mi perdoni il gioco di parole, ma sono proprio con lei: fra carceri,
caserme e scuole spesso non c'è differenza… Si tagliano i fondi da una parte e si
buttano fondi dall'altra: il caso di Vicenza mi sembra proprio da segnalare, grazie.
|