Gli orizzonti del colore di Giancarlo
Nucci sono infiniti. Ad ispirarlo, oltre allinesauribile gamma cromatica del
visibile, sono gli universi della tecnologia avanzata e della chimica cui lartista,
in virtù di una specializzazione raggiunta in età giovanile, è attento fin dai suoi
esordi pittorici. Poi cè la magia di uno spettro solare agognato con
lemergente oasi onirica di una favolosa età delloro, tema centrale di questa
mostra in una città del Palladio che del metallo prezioso per eccellenza, è capitale e
regina.
Accanto alle tavole pittoriche di Nucci, splendono le creazioni di
Chiara Monti. Ed è un concerto a due voci che interessa ed incanta. Ad accomunarli non è
solo il costante riferimento al prezioso materico, ma, per lappunto,
laffinità nel gusto per landamento armonioso e spesso musicale in entrambi i
generi così significativamente rappresentati. Con ritmi sostenuti nel primo, cristallini
e orientaleggianti nella seconda. In Chiara Monti infatti è pure il tessuto a dire la
sua, specie sul movimento del disegno. E sulla luce, calda e insieme delicata, lungo i
percorsi di linee e punti cangianti che scompongono spazi su trame ordite di poesia.
Marica Rossi