GdV 17/09/1998
L'ex sindaco non si espone: "la mia candidatura
ufficialmente non c'è"
Ma intanto pensa a un'alleanza che vada dall'Udr al Pds, più il "Nordest"
Variati o Bandini? L'Ulivo è al Bivio
Fernando Bandini ha fatto il pieno a sinistra -
l'altra sera a Santa Corona quando il campanello della portineria suonava per far entrare
gente dal portone, chiuso anticipatamente per saturazione dei posti disponibili: una cosa
che non si vedeva da anni nella sala dei Chiostri, scelta evidentemente con un calibro
troppo prudente dagli organizzatori della Lista al suo esordio. "Incontro molto
positivo" commenta il segretario Ds Claudio Rizzato. Ma non c'erano gli invitati più
attesi: i rappresentanti della sigla che vale come garanzia di "moderatismo"
(parola magica della stagione) e di fattibilità di un'alleanza non sbilanciata, i capi
del Ppi.
Questi avevano una buona scusa per non fare platea a Santa
Corona: una riunione urgente per affrontare la vicenda-Formisano, e cioè 1'improvvisa
esplosione di un "caso" che in teoria poteva voler dire la spaccatura nel
partito. Ma 1'assenza era già stata annunciata allo stesso interessato: "In mancanza
di una decisione già presa, non aveva gran senso farsi vedere da Bandini è la conferma
del segretario provinciale del Partito popolare, Luca Lazzaroni.
A casa loro i popolari si sono dedicati all'esame della
candidatura offerta dal Polo a Federico Formisano ("senza enfatizzarla troppo: è
stata un'iniziativa personale"), ma hanno parlato anche di sindaco. Di nome, ne hanno
in mente uno soltanto, anche se ancora non lo dichiarano: Achille Variati. L'ex-numero 1
di palazzo Trissino dice: "A oggi la mia candidatura non cè". Ma che i
suoi stiano ai box col motore acceso è fuori di dubbio.
L'ampio intervento proposto ieri sul "Giornale di
Vicenza" ha già indicato i temi di una possibile campagna elettorale e i confini
della coalizione che piacerebbe a Variati, 1'unica per la quale forse accetterebbe di
spendersi: 1'"area del cattolicesimo democratico più quella della "sinistra
democratico-riformista" più altre forze e movimenti del cosiddetto centro" più
magari anche il "Nordest" di Cacciari. A segnare le targhe dei possibili partner
per un'operazione Variati-'98 sono i popolari che tentano 1'intesa tra Ulivo e
neocentristi: "Dall'Udr al Pds" semplifica uno dei big del Ppi "più di
centro che di sinistra", Marco Appoggi, tenendo in mezzo i vari neosocialisti-Sdi e
Nuovo progetto (che però ha già il suo candidato, Mario Giulianati, storicamente
tutt'altro che filovariatiano).
A trovarsi sempre più impantanato nel guado è, in queste
ore, l'Ulivo come formula e come singoli partiti aderenti. Una serata dopo l'altra, gli
ulivisti-Doc del Movimento prodiano, il Ppi, i Democratici di sinistra e i Verdi
incontreranno Variati e Bandini. Direttamente, per capire se la contrapposizione è
inevitabile. Da una parte c'è la richiesta dei popolari di considerare la loro proposta.
Dall'altra c'è la pressione dei sostenitori del "poeta autocandidato", che sono
una minoranza del Ppi, che si spartiscono metà Quercia, ma che comprendono quasi tutto il
resto della sinistra. L'ultima preferenza per Bandini è stata ufficializzata anche dal
coordinamento di Sinistra democratica di Vicenza (SdV), la formazione nata lanno
scorso dopo la scissione sotto la Quercia~Pds, pro-tagonista della caduta della giunta
Quaresimin e in collegamento oggi con Rifondazione comunista e i Verdi. SdV parla di
"centrosinistra che comprende anche l'Ulivo" - una dizione che pare quasi
relegare la formula prodiana in un ruolo complementare e per questo ceritrosinistra (del
quale SdV si considera parte a pieno titolo chiede "runa nuova coalizione la più
ampia possibile, con un programma che affronti i grossi problemi della città".
Bandini viene dichiarato "l'unico in grado di aggregare tutto il centrosinistra di
Vicenza ed evitarne la disgregazione". Proprio il tema compattamento del
centrosinistra è stato cruciale nella serata bandiniana a Santa Corona, sviluppato con
insistente attenzione e con profusione di riconoscimenti alla tradizione politica
interpretata dal Ppi. Ma sulle adesioni che gli vengono, non sempre sollecitate; Bandini
stesso è cauto: "Certo, la mia è una candidatura su cui è facile mettere il
cappello. Ma nessuno può pensare di far dimenticare il passato e tutto quello che è
successo soltanto dichiarando di appoggiarmi. Io parlo di centrosinistra da riaggregare,
ma prima bisogna che siano riconosciuti nella loro gravità, da tutti, gli effetti della
rottura che c'è stata. Poi la discriminante su chi starà insieme e chi no verrà fatta
dai contenuti del programma per la città".
Sono un po' le cose che Bandini ha detto anche nella
manifestazione ai Chiostri, in aggiunta a molte "confessioni" sul come e il
perchè della scommessa fatta all'inizio del1'estate. Un parlare in prima persona, il suo,
decisamente raro nelle abitudini della politica, capace di far breccia negli aficionados
ma ancora indigesto ai partiti (la mai citata Rifondazione comunista, ad esempio, non ha
gradito granchè: e il segretario Luciano Ceretta non ha mancato di dirlo).
Più facile, in questo contesto, 1'entusiasmo di altri
filo-bandiniani non di partito che mano a mano prendono posizione: ancora cauto quello di
Antonio Baldo e del suo Comitato per Vicenza, decisamente acceso quello di Ugo Dal Lago
rappresentante vicentino dell'ltalia dei Valori facente capo a Antonio Di Pietro. |