Domenica di Vicenza 19/09/1998
Il polo è pronto ad annunciare la candidatura Hullweck, in
arrivo Berlusconi
Ulivo: fermate Bandini!
Investiti del problema vicenza anche i nazionali
Il tripolarismo vicentino comincia ad assumere
contorni più definiti. La Lega, dopo l'investitura ufficiale per Margherita Carta Veller,
ha già praticamente risolto anche la pratica relativa alla compilazione della lista per
il consiglio comunale. Non resta quindi che la raccolta delle firme, facendo attenzione,
stavolta, a non presentarne troppe. Il Polo, che annuncia la visita di Berlusconi a
Vicenza per la campagna elettorale è invece alla stretta finale per quanto riguarda il
candidato sindaco. It nome di Enrico Hullweck, già parlamentare del Carroccio e
presidente dell'ordine dei medici, sembra molto più di una indicazione. Pieno 1'appoggio
da parte di Alleanza Nazionale, del Centro Cristiano Democratico e dei vertici di Forza
Italia, un po' più freddo 1'atteggiamento della segreteria cittadina degli azzurri. Il
nome di Hullweck ha oramai sbaragliato il campo, I' ultimo nome in alternativa è stato
quello di Paolo Caoduro, per il quale ha giocato contro il fatto di essere stato candidato
senza successo dal Polo in città nelle scorse elezioni politiche per il Parlamento. Da
verificare se la candidatura di Hullweck convincerà progetto di Mingardi a restare nel
centrodestra o a se la delusione-ripicca per la mancata candidatura del "suo"
Paolo bastianello porterà la civica atrovare soddisfazioni altrove. Il nome del candidato
sarà decisivo anche per 1'eventuale adesione del Nordest, pronto anche a presentarsi da
solo, salvo un ritorno nel centrosinistra, magari candidando Luca Romano e di Nuovo
Progetto, che pur sostenendo la soluzione Mario Giulianati, ha ripreso il dialogo con il
Polo. Discorso a parte merita l'Udr i cui problemi di alleanza, con la Lega, con il Polo o
con il centro virtuale, dipendono non tanto dall'esito del colloquio tra Cossiga e Bossi o
dalla soluzione della crisi in Regione, bensì dal chiarimento interno. In pratica se
vince la "corrente" dell'on. Fabris ,l'Udr sceglierà una strada, se invece
prevarrà la finea Giuliari-Bressan, il partito ne percorrerà un' altra.
Chi rischia di essere più in ritardo in questa partita
preelettorale è l'Ulivo , e peraltro per questioni di candidature in abbondanza. Il
problema nel centrosinistra è quello di non presentare due candidati. Allo status quo
quest'area ha un autocandidato, Fernando Bandini, e una ipotesi, Achille Variati.
L'ex sindaco, intuito il momento delicato nel quale può
diventare distruttiva la contrapposizione, ha promosso la costituzione di un tavolo di
confronto al quale invitare oltre a Ppi e Ds , legati da un patto di ferro, anche i Verdi,
gli ex socialisti, Nuovo Progetto e il Nordest, l'Udr, ma soprattutto Rifondazione
Comunista e la lista Bandini. Gli obiettivi di partenza sono due diversi, ma miranti al
medesimo fine, ovvero arrivare alla investitura di un solo candidato per una vasta area di
centrosinistra: primo convincere i popolari che in definitiva si può votare un candidato
laico e di sinistra senza perdere la propria identità; secondo convincere Bandini a
ritirarsi dalla corsa per Palazzo Trissino, diventando sempiicemente il condottiero di una
lista collegata all'Ulivo.
I due traguardi presentano gradi di difficoltà pari al
sesto grado superiore.
Convincere i popolari, che già hanno profuso un enorme
sforzo ad accettare una linea di centrosinistra, a rinunciare al loro candidato di
bandiera sembra impresa ardua. Il Ppi vicentino, appena scongiurato il rischio di
divisione "familiare", essendo tramontato il progetto del Grande Centro ,
complice anche 1'avventura virtual-polista di Formisano, non può rischiare di
compromettere di nuovo la pace interna imponendo il candidato Bandini. Per ora, nonostante
cresca un'ala identificabile nel duo Zocche-Guidolin che appoggia 1'ipotesi del
professore, in generale il partito non esprime un particolare gradimento alla candidatura
Bandini. Il segretario cittadino Riboni può forzare i giochi fino ad un certo punto, ma
sa che non può arrivare a compromettere 1'unità del partito, eventualmente meglio la
corsa in solitaria.
La seconda meta, convincere Bandini a ritirarsi, appare
altrettanto difficile da raggiungere. Le legittime ambizioni del professore sembrano
essere uscite consolidate dal successo del primo incontro ufficiale con la città avvenuto
a Santa Corona. Sostenuto dai suoi angeli custodi, Pupillo, Camurri, Salin e gli altri,
Bandini ha più volte dichiarato di voler andare fino in fondo, pur conscio che un
centrosinistra diviso su due candidati ha ben poche possibilità di approdare al
ballottaggio.
Il tavolo politico proposto da popolari e diessini
attraverso Variati sembra uno strumento creato ad hoc per dire apertamente a Bandini che
senza l'appoggio della quercia e degli ex dc sono ben poche anche per lui le chanche di
vincere. I due partiti avrebbero già coinvolto nella partita i vertici regionali che
hanno ribadito che l'alleanza tra Ppi e Ds va salvaguardata a tutti i costi, si sussurra
che anche le segrerie nazionali sarebbero state informate della situazione vicentina e non
è esclusa la prossima calata in città di qualche pezzo da novanta della politica con
l'obiettivo di convincere Bandini a riflettere sullinutile dualismo nel
centrosinistra. Insomma per salvare la faccia all'Ulivo vicentino potrebbe scomodarsi
anche qualche rappresentante del Gavemo. Insomma Vicenza laboratorio politico, ma anche
officina di grane e non sono pochi i politici locali che lamentano come sulla vicenda che
rischia di compromettere l'esito elettorale non si siano ancora espressi 1'onorevole
l'onorevole Treu e il senatore Bortolotto, ossia i
parlamentari della città.
E così in attesa di vedere se i grandi della politica
nazionale si occuperanno di fermare la piccola autocandidatura, il Bandini-pensiero miete
i consensi di Rifondazione, anche se Ceretta lamenta che il professore fatica ad esibire
pubblicamente la bandiera dei comunisti, di Sinistra Democratica, sebbene Bandini si dice
non gradisca molto l'attivismo di Rebesani e di una frazione dei Verdi, quella meno
ambientalista. Per quanto riguarda la Quercia si registrano posizione assai differenti:
c'è chi sostiene Bandini come il candidato moderato della sinistra capace di mobilitare
1'elettorato che altrimenti rischierebbe di disertare massicciamente le urne e chi lo
considera capace di motivare appena i salotti della città o ancora peggio lo strumento
attraverso il quale alcuni personaggi della sinistra cercano di ricollocarsi nel vivo
della politica.
Insomma la soluzione del "doppione" sembra
quantomai problematica, noi lanciamo una idea: perché non si ricorre alle primarie
attraverso l'orgarilzzazione messa a punto dal Comitato di Antonio Baldo ?. Credo che
Bandini, proprio per il fatto di essere autocandidato, non avrà difficoltà a misurarsi
in termini preventivi, così come l'eventuale candidato dei popolari, che, per quale
motivo non dovrebbe accettare di misurare, prima del 29 novembre, il gradimento dei
vicentini?
Luca Ancetti |