Partito del sindaco fatto fuori dai suoi ex-amici, con tutto quello che ne consegue in
fatto di rapporti troncati e relazioni che durano. Gruppo "pesante" dell'Ulivo
vicentíno, quello che vale ancora più voti di tutti. Frontiera del centrosinistra sul
versante moderato, un po' trincea dell'area prodiana e un po' terreno per le scorribande
di chi tenta di scardinare 1'assetto destra-sinistra. Un partito più importante dei suoi
stessi numeri, insomma, il Ppi a Vicenza. E per questo più complicato degli altri: è
crucíale per la sopravvivenza del progetto ulivista (o per il suo tramonto), è
indispensabile per far scattare 1'ipotesi del Grande Centro (contro la quale hanno già
votato i congressi), è necessario come base di lancio di, ogni candidato
centrosinistrista che punti davvero al ballottaggìo per palazzo Trissino.
Vincenzo Riboni, segretario politico a Vícenza, sa bene tutto questo e prova in questi
giorni a manovrare il Ppi verso un risultato che gli mantenga il
lustro trovato nel '95 con Marino Quaresimin e poi malinconicamente perduto per strada.
"La volontà del partito - dice dei popolarí - é di proporre una nostra
candidatura, perché a Vicenza lelettorato ha sempre dato segnali di apprezzare
soggetti appartenenti allarea moderata". Ulivo sì, insomma, ma più di centro
che di sinistra.
- Intanto c'è in campo la candidatura di Fernando Bandini, che non sembra però
proprio piacervi molto. Come andrà?
Lautocandidatura di Bandini è da tenere in consìderazìane: lui è persona di
qualità.
- Però...
Al momento la sua candidatura ha connotazioni tali che è stata fatta propria solo
dalla sinistra, più o meno ufficialmente.
- Questo vuole dire "bocciatura" da parte del Ppi?
No, siamo ancora in una fase di confronto.
- Bandíni preavverte che manterrà comunque la sua candidatura: averne due, circa
nello stesso bacino elettorale, produrrebbe come una sicurezza quella di lasciare entrambi
i concorrentì fuori dal ballottaggio. O no?
Certo sarebbe meglio arrivare con una sola candidatura.
- Ma il Ppi ha un'alternativa da proporre?
Esiste un'ipotesi da vagliare.
- Quel ritorno di Achille Variati di cui tanto si sente parlare?
Non solo lui. Non necessariamente lui. E comunque si tratta di coinvolgereil resto
dell'Ulivo.
- Un "resto" che si riduce ai Democratici dí sinistra e poco più, visto
che con i Verdi neanche vi parlate più...
Allora rìpetiamolo chiaro. Con i Verdi e con chiunque ha voluto rompere con il
centrosinistra non si tratta, finchè non mostreranno lonestà intellettuale di
riconoscere pubblicamente il grave errore commesso facendo cadere lAmministrazione
Quaresimin.
- Ribadire una cosa del genere significa, pressapoco, anticipare
limpossìbilità dì un centrosinistra unito alle elezioni e 1'inevitabilità di una
spaccatura che avrà effetti pesantissimi sul risultato in vista del ballottaggio.
Conferma?
No. Il lavoro della politica è quello di mettere insieme. Io ho la convinzione che il
centrosinistra si ricostruisca e che la sua capacità dì attrazione sullelettorato
ci sia sempre tutta, come hanno detto i sondaggi resi pubblici ín questi giorni.
- Ma da solo potrebbe non bastare per la conquista di un posto al ballottaggio. C'è
quel pacco-voti di Rifondazione comunista che potrebbe essere decisivo...
Ho letto anch'io con interesse il dato annunciato per Rìfondazione. Magari non sarà
proprio un 9 per cento, ma un ampio consenso elettorale c é. Strategicamente potrebbe non
essere produttiva un'intesa da subito, ma credo che quel dato faccia riflettere molto.
- Intanto una fetta dei suoi guarda dalla parte opposta, al Grande Centro. Sicuro
che il Ppi non finirà lì?
Cè una collocazione politica chiara, decisa nazionalmente e confermata
localmente: l'Ulivo. Chi non se la sente più sì accomodi. E poi, quale Grande Centro? Ci
dicano quale risultato ha avuto il tentativo di staccare Forza Italia dal Polo e da
Alleanza nazionale. Ci dicano con chi sta in città l'Udr, che ancora non si pronuncia.
- Eppure c'è già una probabile candidatura a sindaco, per quest'area, quella di
Mario Giulianati di Nuovo Progetto: come la giudica?
lmportante, qualificata eccetera. Però bisognerà vedere se corrisponde ad una
collocazione chiara che i popolari devono avere, per rispetto del loro elettorato.
- E quelli del Ppi che vanno aí tavoli di questo neocentrismo che prova a nascere?
Ci vanno autonomamente. E che lo facciano pure: se vogliono essere trait-d'union per un
arrivo di nuovi gruppi, benissimo. Se invece pensano a soluzioni non in linea con le
decisioni ufficiali del Ppi, che non lo faccíano a nome del partito.
Antonio Trentin