Tirare Scienza
E' NATA UNA STELLA
Il 16 maggio scorso si è svolto ad Arcetri (Firenze)
l'annuale convegno di astronomia ed astrofisica. Scienziati provenienti da tutte le più
prestigiose università e dai migliori centri di ricerca del mondo si sono dati
appumtamento nella cittadina vicino a Firenze per discutere delle più moderne teorie e
del osservazioni sulla nascita, sullo sviluppo e sulla morte delle stelle. Uno degli
interventi più interessanti è stato quello del celebre professore Peter Anthony Wellan,
che attualmente lavora alla NASA, il quale, intervistato da "Tirare", ci ha
gentilmente spiegato, a grandi linee, la sua attività.
Professore, Lei fa parte di quella ristretta cerchia di
scienziati che per le loro ricerche si possono avvalere del telescopio spaziale orbitante
Hubble, ci potrebbe dire su che cosa si punta la Sua attenzione?
"Le osservazioni mie e dei miei collaboratori si sono concentrate sull'ammasso
stellare M-13 delle costellazione di Ercole, una zone da tempo scrutata, ma, grazie alle
nuove tecnologie, ora possiamo avere molte più informazioni. In particolare l''attenzione
si è puntata sul corpo celeste M-ar del settore ZI-a 1 / 3".
Quali sono stati i motivi di questa scelta, professore, ci sono tante stelle e tanti
ammassi in cielo, perché proprio quelli?
"I motivi sono molteplici, principalmente perché 1'ammasso M-13 rappresenta un vero
e proprio campionario di stelle: ve ne sono alcune che si trovano in uno stato di
instabilità (ndr instabilità termica e luminosa) come le stelle RM-ML o M-aX4, o nane
bianche (ndr stelle morte) come la 3B-l0Y, o alcune stelle di neutroni (ndr nucleo gigante
rossa esplosa) come la M-arc/H15 o la Pilstar, o ancora giganti rosse come M-PC 1AO.
Moltissimi astri di questo ammasso sono in uno stadio avanzato del loro sviluppo o sono
morenti o sono addirittura morte.
Sembra quasi che sia una caratteristica delle stelle che sono là quella di essere
luminose e grandi, ma poco longeve. Proprio per capire le cause remote, originarie, di
questa "tendenza" vengono osservati gli astri in formazione; il corpo celeste di
questo tipo più attentamente analizzato è quello che ho inizialmente
nominato, quello chiamato M-ar, che, in termini rigorosamente scientifici, é una
prostella, mi spiegi meglio. Perché si formi una stella si deve creare in una zona
"ristretta" una nube di materiale interstellare, prodottasi in seguito alla
morte di qualche astro. Questa nube si deve contrarre verso quello che sarà il centro
della stella. Questa massa di gas in contrazione si chiama globulo. Man mano che il volume
diminuisce, gli scontri tra particelle sempre più frequenti e di conseguenza la
temperatura aumenta.. Quando questa è abbastanza elevata iniziano le prime le prime
reazioni nucleari ed il globulo, da corpo scuro e caldo diventa luminoso.
A questo punto per poter dire che è una stella bisogna aspettare che la contrazione
finisca, ovvero, che terminino da parte dell'astro, le variazioni di volume, causate
dall'assorbimento della materia circostante. La protostella M-ar è proprio in questa
fase, é ormai una stella ma le due naone nere vicine (ndr stelle che non hanno mai
cominciato a brillare) le continuano a cedere, o più' che altro, a perdere, grandi
quantità di materia e vengono attratte dalla forza gravitazionale della stella
nascente".
Questo cosa comporta, professore?
Il continuo acquisto di materia, porta la M-ar ad incrementare il suo volume. Dai calcoli
eseguiti risulta che se smetterà di accrescere le sue dimensioni entro breve tempo essa
diventerà una stella luminosa e longeva, altrimenti diventerà una stella gigante tanto
brillante, e lo sarà, quanto effimera."
Quando potremo sapere con certezza quale delle due ipotesi si sarà verificata?
"Io non posso dire nulla che non sia una semplice supposizione. *(Sorridendo) Come
disse un vostro poeta: "Ai posteri l'ardua sentenza."
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