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redarrowleft.GIF (53 byte) Sport Marzo 2000
 

Gli errori inevitabili nel giudicare il fuorigioco nel calcio

Institute for Fundamental and Clinical Human Movement Sciences – Vrije Univereiteit, Amsterdam, Olanda
(Raôul R.D. Oudejans, Raymond Verheijen, Frank C. Bakker, Jeroen C. Gerrits, Marten Steinbrückner, Peter J. Beek)

Nel calcio i giocatori sono considerati in fuorigioco quando viene passato loro il pallone mentre sono dietro l’ultimo difensore. Abbiamo voluto investigare sul perché il guardalinee compie frequentemente errori cruciali nel giudicare l’offside.

Una spiegazione è che l’assistente dell’arbitro non può vedere chi passa la palla e chi la riceve nello stesso istante. E’ così obbligato a spostare lo sguardo da chi passa a chi riceve e a giudicare quindi la situazione una frazione di secondo dopo il momento del lancio della palla, frazione abbastanza lunga perché l’attaccante che riceve il passaggio finisca oltre l’ultimo uomo e appaia così in fuorigioco.

Abbiamo invece scoperto che questi errori difficilmente sono il risultato di tale "ritardo". E che molto più probabilmente la spiegazione è legata alla visuale del guardalinee che è spesso posizionato oltre l’ultimo uomo, un punto di osservazione dal quale questo tipo di errori è otticamente inevitabile.

In un esperimento sul campo tre guardalinee professionisti (siglati AR, assistant referees) hanno giudicato 200 possibili situazioni di offside con l’aiuto di due squadre di calcio giovanili. I guardalinee hanno compiuto complessivamente 40 errori che non si possono però ricondurre al già citato ritardo fra lancio e ricezione del pallone visto che, fra le altre cose, uno degli arbitri di linea era equipaggiato con una telecamera montata sulla testa che ha evidenziato l’assenza del fenomeno di ritardo passaggio-ricezione. E’ stato anche evidenziato che in ben 179 situazioni i guardalinee erano posizionati oltre la linea dell’ultimo uomo (1,18 metri in media), fatto che ci ha portato alle seguenti ipotesi.

Nella figura b l’attaccante esterno (outside) non è in fuorigioco. Tuttavia quando attaccante e difensore vengono proiettati sulla retina del guardalinee, l’immagine dell’attaccante risulta leggermente più a destra di quella del difensore. Questo significa che l’attaccante viene percepito come davanti all’ultimo uomo e quindi in fuorigioco (FE, da flag error, bandierina alzata).

Nella figura c l’attaccante esterno (outside) è in fuorigioco. Ma quando l’immagine viene proiettata sulla retina, sia lui che il difensore appaiono in linea, convincendo il guardalinee che non si tratti di offside (NFE, not-flag error, bandierina abbassata).

Se queste ipotesi sono vere, si verificheranno le seguenti situazioni (vedi disegni): quando lontano dal guardalinee l’attaccante passa esternamente (outside nel disegno b) all’ultimo uomo si avranno un maggior numero di errori da "falsa segnalazione" di fuorigioco; al contrario (più "mancate segnalazioni") quando l’attaccante passa internamente al difensore. Quando l’azione avviene vicino al guardalinee la situazione è opposta: l’attaccante che corre dalla parte del guardalinee (outside) viene considerato spesso in posizione regolare anche se non lo è, mentre quello che passa all’esterno del difensore (inside) colleziona più bandierine alzate anche se è in linea. Idem se l’azione avviene a metà campo (in larghezza, vedi figura c): l’attaccante più vicino al guardalinee ha più probabilità di farla franca se è in fuorigioco, mentre quello che passa all’esterno si vede spesso fermare anche se non è in offside.

I dati sperimentali e quelli raccolti da 200 registrazioni filmate di partite di calcio di 5 campionati nazionali del 1998-99 e della Coppa del Mondo del 1998 confermano questi risultati. Le cifre infatti dimostrano un andamento uguale a quello dei dati sperimentali (…).

In conclusione, gli errori compiuti dai guardalinee nel giudicare il fuorigioco sono spesso il risultato della relativa proiezione ottica dei giocatori sulla retina dello stesso guardalinee. Questo significa che, al di là della qualità professionale dello stesso, gli errori sono inevitabili a causa delle apparenti limitazioni del nostro sistema percettivo. Dai nostri risultati si deduce che il 9,3 per cento di volte che il guardalinee ha segnalato un fuorigioco aveva sbagliato. Visti gli elevati investimenti finanziari del calcio moderno è chiaro che una incidenza così elevata di (inevitabili) errori può difficilmente essere ignorata e richiede quindi metodi alternativi nel giudicare il fuorigioco.

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