Gli errori inevitabili nel
giudicare il fuorigioco nel calcio
Institute for Fundamental and
Clinical Human Movement Sciences – Vrije Univereiteit,
Amsterdam, Olanda
(Raôul R.D. Oudejans,
Raymond Verheijen, Frank C. Bakker, Jeroen C. Gerrits, Marten
Steinbrückner, Peter J. Beek)
Nel calcio i
giocatori sono considerati in fuorigioco quando viene passato
loro il pallone mentre sono dietro l’ultimo difensore. Abbiamo
voluto investigare sul perché il guardalinee compie
frequentemente errori cruciali nel giudicare l’offside.
Una spiegazione è
che l’assistente dell’arbitro non può vedere chi passa la
palla e chi la riceve nello stesso istante. E’ così obbligato
a spostare lo sguardo da chi passa a chi riceve e a giudicare
quindi la situazione una frazione di secondo dopo il momento del
lancio della palla, frazione abbastanza lunga perché l’attaccante
che riceve il passaggio finisca oltre l’ultimo uomo e appaia
così in fuorigioco.
Abbiamo invece
scoperto che questi errori difficilmente sono il risultato di
tale "ritardo". E che molto più probabilmente la
spiegazione è legata alla visuale del guardalinee che è spesso
posizionato oltre l’ultimo uomo, un punto di osservazione dal
quale questo tipo di errori è otticamente inevitabile.
In un esperimento
sul campo tre guardalinee professionisti (siglati AR, assistant
referees) hanno giudicato 200 possibili situazioni di offside
con l’aiuto di due squadre di calcio giovanili. I guardalinee
hanno compiuto complessivamente 40 errori che non si possono
però ricondurre al già citato ritardo fra lancio e ricezione
del pallone visto che, fra le altre cose, uno degli arbitri di
linea era equipaggiato con una telecamera montata sulla testa
che ha evidenziato l’assenza del fenomeno di ritardo
passaggio-ricezione. E’ stato anche evidenziato che in ben 179
situazioni i guardalinee erano posizionati oltre la linea dell’ultimo
uomo (1,18 metri in media), fatto che ci ha portato alle
seguenti ipotesi.
Nella figura
b l’attaccante esterno (outside) non è in fuorigioco.
Tuttavia quando attaccante e difensore vengono proiettati sulla
retina del guardalinee, l’immagine dell’attaccante risulta
leggermente più a destra di quella del difensore. Questo
significa che l’attaccante viene percepito come davanti all’ultimo
uomo e quindi in fuorigioco (FE, da flag error, bandierina
alzata).
Nella figura
c l’attaccante esterno (outside) è in fuorigioco. Ma
quando l’immagine viene proiettata sulla retina, sia lui che
il difensore appaiono in linea, convincendo il guardalinee che
non si tratti di offside (NFE, not-flag error, bandierina
abbassata).
Se queste ipotesi
sono vere, si verificheranno le seguenti situazioni (vedi
disegni): quando lontano dal guardalinee l’attaccante passa
esternamente (outside nel disegno b)
all’ultimo uomo si avranno un maggior numero di errori da
"falsa segnalazione" di fuorigioco; al contrario (più
"mancate segnalazioni") quando l’attaccante passa
internamente al difensore. Quando l’azione avviene vicino al
guardalinee la situazione è opposta: l’attaccante che corre
dalla parte del guardalinee (outside) viene considerato spesso
in posizione regolare anche se non lo è, mentre quello che
passa all’esterno del difensore (inside) colleziona più
bandierine alzate anche se è in linea. Idem se l’azione
avviene a metà campo (in larghezza, vedi
figura c): l’attaccante più vicino al guardalinee ha
più probabilità di farla franca se è in fuorigioco, mentre
quello che passa all’esterno si vede spesso fermare anche se
non è in offside.
I dati sperimentali
e quelli raccolti da 200 registrazioni filmate di partite di
calcio di 5 campionati nazionali del 1998-99 e della Coppa del
Mondo del 1998 confermano questi risultati. Le cifre infatti
dimostrano un andamento uguale a quello dei dati sperimentali (…).
In conclusione, gli
errori compiuti dai guardalinee nel giudicare il fuorigioco sono
spesso il risultato della relativa proiezione ottica dei
giocatori sulla retina dello stesso guardalinee. Questo
significa che, al di là della qualità professionale dello
stesso, gli errori sono inevitabili a causa delle apparenti
limitazioni del nostro sistema percettivo. Dai nostri risultati
si deduce che il 9,3 per cento di volte che il guardalinee ha
segnalato un fuorigioco aveva sbagliato. Visti gli elevati
investimenti finanziari del calcio moderno è chiaro che una
incidenza così elevata di (inevitabili) errori può
difficilmente essere ignorata e richiede quindi metodi
alternativi nel giudicare il fuorigioco. |