I film di GIUGNO 2001
II
parte
Passione
ribelle {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}
Di Billy Bob Thornton con
Matt Damon, Penelope Cruz
Tratto
da Cavalli Selvaggi primo dei romanzi che
compongono la cosiddetta Trilogia del confine di
Cormac McCarthy che ha al centro le gesta del cowboy John
Grady Cole, Passione ribelle è un film
interessante, in grado di unire la visione dark dell’esistenza
del regista – attore Billy Bob Thornton ad una
rivisitazione estrema del mito della Frontiera. Così come
in Hi Lo country di Stephen Frears, anche quello
ambientato dopo la Seconda Guerra Mondiale e con Penelope
Cruz tra i suoi protagonisti, il West descritto in Passione
ribelle ha quasi più automobili che cavalli, con i
pozzi di petrolio che sono andati ad imbrattare i verdi
pascoli dei Mustang che - una volta - con la loro forza e
potenza dominavano le praterie. E’ per sfuggire a questa
modernità di risulta che il cowboy Matt Damon (un attore
di cui non si potrà mai dire sufficientemente bene) varca
il confine tra il Texas e il Messico in cerca di fortuna e
– soprattutto – di un’altra vita. Troverà, invece,
l’amore in una sensualissima Penelope Cruz che pur
facendo – come al solito – la gatta morta, si sforza
un pochettino di adattarsi alla visione di un mondo
irrimediabilmente compromesso così come ce lo racconta
Billy Bob Thornton. Un film su una generazione di
sconfitti dove perfino gli altopiani (grazie ad una
fotografia virata verso toni seppia) non sembrano più
tanto verdi e nemmeno i cieli troppo azzurri.
La mummia -
Il ritorno {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}
Di Stephen Sommers con
Brendan Fraser, Rachel Weisz, John Hannah, The Rock, Oded
Fehr, Arnold Vosloo, Patricia Velasquez, Freddie Boath
E’
raro, ma alle volte può capitare che un sequel
sia meglio del suo predecessore. Questo il caso de La
mummia – il ritorno gerovitalizzato da una regia
mozzafiato che nonostante le due ore di lunghezza non
concede requie allo spettatore, trasportandolo nel mondo
magico di un Egitto misterioso. Incrocio tra il cinema
stile Indiana Jones e le storie d’azione al femminile
come Charlie’s Angels il secondo capitolo della
saga de La mummia si arricchisce di nuovi
personaggi complicandosi di effetti speciali quasi
incredibili e di situazioni peraltro inverosimili in cui
la famiglia di eroi (circa un decennio dopo la coppia
Weisz – Fraser ha un bambino di otto anni) affronta il
male che può distruggere il mondo per colpa di un’antica
maledizione. La vocazione resta commerciale, ma stavolta
il divertimento è assicurato senza momenti di stanchezza.
Un film in cui le suggestioni dei sogni legati al mondo
antico, prende corpo dinanzi ai nostri occhi.
Il nemico
alle porte (Enemy at
the gates) {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}
Di Jean Jacques Annaud con
Jude Law, Rachel Weisz, Joseph Fiennes – durata 133’
La
tragedia della battaglia di Stalingrado in cui morirono
oltre due milioni di russi e un numero elevatissimo di
soldati nazisti, viene portata sullo schermo dal talento
di Jean Jacques Annaud che – dopo Il
nome della rosa e Sette anni in Tibet –
costruisce un film epico in cui la guerra è raccontata
attraverso il simbolico e cavalleresco duello tra due
cecchini. Un film dai toni epici in cui grazie alla
recitazione semplicemente straordinaria di giovani attori
dal grande fascino come Jude Law, Joseph Fiennes, Rachel
Weisz e di consumati veterani come Bob Hoskins e Ed Harris
assistiamo alla ricostruzione di un teatro di guerra da
incubo in cui propaganda e eroismo dei singoli si
confrontano in uno dei momenti più bui della storia dell’uomo.
Perfetto dal punto di vista registico, Il nemico alle
porte è un film emozionante dove il genere bellico
vede realizzato un altro grande capolavoro.
SYNAPSE -
Antitrust {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}
Di Peter Howitt con Tim
Robbins, Ryan Phillippe, Claire Forlani, Rachael Leigh
Cook
Thriller a
metà tra il tecnologico e il politico, SYNAPSE
con il suo ispirarsi liberamente alla figura tanti
magnati della New Economy sul modello di Bill
Gates, è un film che fa riflettere: cosa accadrebbe se un software
in grado di integrare il mondo in maniera interattiva
cadesse in mani sbagliate? E chi o che cosa sarebbero
disposti a sacrificare gli eventuali programmatori di un
prodotto del genere? Il Grande Fratello non è solo uno show
commerciale simbolo del cattivo gusto della nostra
epoca, ma anche un rischio plausibile in un mondo
altamente tecnologizzato dove ognuno di noi lascia
costantemente decine di impronte digitali. SYNAPSE è
non solo un film intrigante diretto dal regista di Slinding
Doors e interpretato da un gruppo di attori tutti
molto bravi, ma è anche una storia attuale e inquietante
in cui il controllo delle informazioni e delle vite delle
persone può portare a nuove e raffinate forme di
totalitarismo in nome del dio denaro, anziché di
paccottiglia ideologica ormai stantia. Ma non è che ci
sia da stare tanto allegri, perché i pericoli sono forse
ancora maggiori.
Bless the
child {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}
Di Chuck Russell con Kim
Basinger, Cristina Ricci
E’
vero: il tema è abusato e le situazioni sono poco
credibili, ma rispetto alla ventata di film millenaristi
che ha recentemente investito le sale per colpa del
calendario, Bless the child si distingue per due
elementi di non poco conto. Innanzitutto la caratura
"femminile" della storia dove la predestinata è
– appunto – una bambina. Inoltre la presenza discreta
e decisamente commovente degli angeli in lotta attiva
contro le forze del Male. Bastano quindi questi due tratti
innovativi ed eleganti della trama a rendere il film
interessante nonostante le tante incertezze stilistiche e
narrative. Bless the child in barba ai suoi difetti
piace per il suo tono perfino kitsch con cui
accompagna un messaggio buonista in cui l’uomo non è
solo nella sua guerra contro il demonio. Più curato
stilisticamente per quanto riguarda il satanismo,
ricercato nel versante religioso con aperte citazioni dei
vangeli apocrifi, con effetti speciali interessanti,
questo film riesce perfino a piacere grazie al suo spirito
positivo e al suo essere un felice incontro tra il cinema
dei serial killers e quello sulla presa del potere
da parte del diavolo.
Body Shots {Sostituisci con chiocciola}
Di Michael Cristofer con
Sean Patrick Flanery, Jerry O’ Connell
Un
gruppo di otto persone tra uomini e donne affronta la
notte di Los Angeles in cerca di amore e di intimità. Una
storia di sesso facile e forti emozioni durante una notte
molto turbolenta esaltata dalla colonna sonora di un Mark
Isham in stato di grazia. Peccato che, invece, sia il film
a mancare completamente deludendo le aspettative del
pubblico che pur esaltandosi per la bella regia e le belle
donne, soffre maledettamente nelle briglie del
politicamente corretto che sprofonda il sesso facile in
una voragine mortuaria e deprimente come da sbornia
triste. Un’occasione sprecata per ritrarre davvero la
sessualità di una generazione di trentenni, senza pudori
e preconcetti. Peccato che questo ideale sequel a
distanza di venti anni da La febbre del sabato sera sia
soltanto un altro film sullo "sballo"…
The
contenders - Serie 7 {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}
Di Daniel Minahan con
Brooke Smith, Glenn Fitzgerald
Per la serie "quando
il Grande Fratello procede ad eliminazione (fisica)", Contenders è
un film a metà tra la pellicola di fantascienza stile Running
man con Schwarzy e il cinema verità del Sundance
Festival come Blair Witch Project. La fusione di
questi due tipi è una pellicola interessante, con un
grande gusto per la satira che racconta come la settima
serie di uno show di tv verità veda sei concorrenti
armati, sorteggiati da una lotteria, che vengono obbligati
ad uccidersi a vicenda. Una ricostruzione cinematografica
intrigante che – però – non insiste troppo sul valore
sociale e fantascientifico della storia (una società che
concede di ammazzare per divertimento andrebbe esplorata
più in profondità…), quanto piuttosto sulla parodia di
tipi, personaggi, situazioni della real tv. Con in
più un grandissimo gusto per ironizzare sui personaggi,
al limite di un politicamente scorretto
"residuale". Contenders, però,
enfatizzando il suo tono televisivo, nonostante la sua
brevità (nemmeno un’ora e mezza) alla lunga ha un
andamento disturbante e quasi noioso. Nessun moto di
umanità vera, nessuna sbavatura, con un’inevitabile
finale a sorpresa che, invece, di stigmatizzare la
volontà di ribellione al tubo catodico, porta solo all’ulteriore
omologazione. Ma – l’avevamo già sottolineato – a
questa pellicola manca la prospettiva fantascientifica,
quella in grado di sovvertire davvero l’ordine delle
cose e esplorare il senso stesso dell’umanità. Quando
il cinema imita (estremizzando) la televisione, i
risultati non sono mai eccellenti…
La
principessa e il guerriero {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}
di Tom Tykwer con Franka
Potente, Benno Furmann
Elegante
e anche estremamente lirica, La principessa
e il guerriero è una pellicola che – nonostante gli
attori e la regia – ha qualcosa di tremendamente
artificioso dal renderlo falso. L’andamento lento della
sua trama, il suo volere essere un’opera a metà tra l’artistico
e il sociale appare frutto di una clonazione di un cinema
d’autore francamente abusato in cui le parole dominano
le immagini in maniera nociva e spesso perfino sviante.
Franka Potente è senza dubbio una delle nuove grandi
attrici del cinema europeo, ma – nonostante la sua
grazia – non riesce insieme ai suoi partners
sullo schermo a dare corpo e credibilità ad una storia
che richiama alla mente il cinema che Wim Wenders faceva
una quindicina di anni fa. E anche se il tempo è passato
dal punto di vista stilistico, La principessa e il
guerriero lascia dinanzi a sé molti interrogativi
aperti, diluiti in oltre due ore di un film lungo e
artefatto.
IV
parte
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