FILM DEL MESE
Il favoloso mondo di
Amelie {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}
Di Jean Pierre Jeunet con Audrey Tatou,
Mathie Kassovtiz
Come si può sfuggire al
fascino di Amelie Poulain? Un personaggio che ha
letteralmente stregato la Francia da quando – lo scorso
maggio – il film che la vede protagonista ha fatto
sfracelli ai botteghini, diventando uno dei maggiori
successi francesi in America e Gran Bretagna? Diretto da
Jean - Pierre Jeunet già autore di Delikatessen e del meno
interessante Alien 4 – La clonazione, Il favoloso mondo di
Amelie è una sorta di Pulp Fiction dell’anima in cui
amori, passioni, piccole e grandi emozioni si incontrano
in un tourbillon di idee divertenti e geniali che
coinvolgono lo spettatore in una straordinario inno alla
vita e alla felicità. Un film che mette buon umore e che –
soprattutto – cambia la nostra visione del mondo
ricordandoci che tutto si può fare, basta volerlo. Questo
almeno è quello che pensa Amelie, una ragazza che dopo
un’infanzia senza contatti con altri bambini, per caso,
scopre come potere rendere felice il proprio prossimo.
Amelie decide di donare felicità impegnandosi a fare
innamorare le persone, restituendo vecchi giocattoli,
regalando sogni. Tutto questo in un quartiere di una
Parigi luminosa e scintillante sotto gli occhi di vicini
stravaganti e alla ricerca di un amore misterioso di cui
lei stessa ha paura. Un film divertente ed emozionante,
una rincorsa di idee geniali con un’altra donna
protagonista che dopo Bridget Jones sedurrà il pubblico
italiano, mettendo in serio pericolo la partecipazione di
Moretti agli Oscar. Interpretata da Audrey Tatou,
un’attrice di cui non si potrà mai dire sufficientemente
bene, Amelie è un personaggio postmoderno che porta il
cinema d’autore in un nuovo millennio. Eredi della
Nouvelle Vague i personaggi di Amelie vedono le loro
storie raccontante con una sensibilità straordinaria che
unisce lo stile di regia nato dalle suggestioni di Pulp
Fiction e del cinema di John Woo alla leggerezza e alla
sensibilità europea di un Truffaut o un René Clair. Il
favoloso mondo di Amelie è un film in cui viene
sintetizzata la nostra modernità in un calderone unico e
disarmante in cui c’entrano tutti da Edith Piaf al Giro di
Francia, dal movimento di liberazione dei nani da giardino
a Gli amanti del Pont Neuf. Una storia emozionante piena
di idee in cui Audrey Tatou domina insieme ad un Mathieu
Kassovitz che si prende una pausa dalla regia, una
commedia romantica del nuovo millennio. Un film
imperdibile da vedere, rivedere e amare. Per la sua grazia
e la sua genialità che lo hanno reso il fenomeno
cinematografico europeo di inizio secolo. Accompagnato da
una colonna sonora emozionante composta da Yann Tiersen Il
favoloso mondo di Amelie è la migliore risposta possibile
a chi crede che il cinema e, soprattutto, le persone non
possono cambiare il mondo in cui vivono.
Il signore
degli anelli – La compagnia dell’anello {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}
Di Peter Jackson con Elijah
Wood, Ian McKellen, Viggo Mortensen, Cate Blanchett, Sean
Bean, Liv Tyler, Christopher Lee, Hugo Weaving
Finalmente, dopo un tentato
adattamento a cartone animati quasi un quarto di secolo
fa, la saga creata dallo scrittore JRR Tolkien diventa un
film di elevatissima qualità artistica, emozionante e
divertente. La vicenda dello Hobbit, un popolo di creature
miti e gentili che vive in una landa chiamata "Contea",
Frodo Baggins e del suo destino di avere in mano il potere
supremo, è celebrata senza risparmio da Peter Jackson che
pone le basi per una delle saghe più straordinarie della
storia del cinema.
Frodo con l’aiuto del mago
Gandalf e di altri sette valorosi deve riuscire a
distruggere un anello che potrebbe consentire al Male di
dominare il mondo degli esseri umani, dei nani, degli elfi
e delle fate. Ma dinanzi a lui trova un esercito di orchi
e soprattutto la cupidigia e la corruzione di chiunque
venga in contatto con l’anello che rappresenta il peggio
dello spirito dello spazio e del tempo.
Dopo mezzo secolo di
rappresentazione grafica tolkeniana, il primo capitolo
della trilogia de Il Signore degli anelli sembra
trasportare sullo schermo quello che si vede sui libri da
tanti anni. Fedelissimo al testo, nonostante qualche
personaggio leggermente modificato e ampliato come Arwen
(interpretata da una stupenda Liv Tyler) il film di Peter
Jackson rappresenta il massimo di quello che si poteva
ottenere dall’adattamento cinematografico di uno dei
capolavori della letteratura mondiale.
Certo, l’equilibrio tra
fedeltà allo spirito dell’autore e concessioni ad un
pubblico che non necessariamente deve avere letto il
libro, fa sì che questo film, primo di una trilogia
costata quasi trecento milioni di dollari, può sembrare
meno coinvolgente del testo scritto, cui resta molto
fedele soprattutto nello spirito e nel tono complessivo
della pellicola in cui ogni dettaglio è plasmato sulla
scorta del romanzo. Il problema è – semmai – che
assistendo ad una trilogia, il film provoca l’effetto
L’impero colpisce ancora con una storia in corso di cui
vedremo la fine purtroppo solo nel Natale del 2003 quando
saranno usciti anche i due seguiti. Va detto che un altro
elemento che gioca sicuramente a sfavore del film è il
fatto che mentre Ian Mc Kellen, Ian Holm, Christopher Lee
e soprattutto Cate Blanchett sono attori che rendono in
maniera carismatica il loro ruolo al punto da
immedesimarsi perfettamente nelle nostre suggestioni:
Viggo Mortensen sembra non riuscire a donare ad Aragorn
quello spirito indomito e al tempo stesso profondamente
umano del romanzo. Il resto è un trionfo
dell’immaginazione con battaglie, orchi ed elfi che
trasportano lo spettatore in un universo incantato per tre
ore di film che scorrono davvero in un baleno. Resta da
augurarsi che anche questi due anni che ci separano dalla
sua fine, passino altrettanto in fretta.
Cuori in
Atlantide {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}
Di Scott Hicks con Anthony
Hopkins, Anton Yelchin, Hope Davis, David Morse
Tratto dall’omonimo romanzo
di Stephen King, Cuori in Atlantide è il miglior
adattamento cinematografico dello scrittore americano dai
tempi di Stand by me, di cui – in qualche maniera – sembra
recuperare alcune tematiche e suggestioni.
La trama vede protagonista
Bobby un ragazzo di undici anni che il giorno del suo
compleanno conosce il nuovo vicino di casa. Un anziano
signore che diventerà per caso e per fortuna un amico, un
nonno, un modello di serenità cui ispirarsi. Tutto questo
in un’America anni Cinquanta raccontata con gusto e
intelligenza dal regista di Shine che messi da parte i
virtuosismi eccessivi de La neve cade sui cedri, si
concentra nel narrare il sogno di una sola estate in cui
un bambino come tanti sarebbe diventato adulto. Una
perdita biologica prima ancora che spirituale
dell’innocenza, leggera e sincera, in cui il diventare
adulti coincide con la conoscenza della realtà, grazie ad
un uomo enigmatico che pian piano rivelerà di avere dei
poteri che sembrano interessare molte persone. In attesa
di assistere a The Majestic il film che il regista Frank
Darabont ha realizzato con Jim Carrey riguardo la storia
di una vittima del maccartismo, il clima da caccia alle
streghe, la minaccia comunista restano sospese nell’aria
di un racconto emozionante fatto di amicizia, passione e
bellezza. In cui un bambino cerca di capire se stesso e il
proprio presente, tramite un estraneo con cui confrontarsi
e cui sentire raccontare le storie degli eroi del football
e dal quale guadagnare un dollaro alla settimana per la
lettura del giornale. Cuori in Atlantide non è solo un
film che racconta una storia o un’intrigante metafora
dell’importanza dell’essere giovani nel cuore, assaporando
quelle giornate che ti appaiono eterne. Questo film di cui
è protagonista uno straordinario Anthony Hopkins è il
senso stesso di un ricordo, quando tutto sembra terminato
e – soprattutto – quando il passato ci appare finalmente
nella sua giusta luce. Quella di un’estate lontana un
milione di anni impressa nel volto di una bambina di una
foto in bianco e nero.
Brucio nel vento
Di Silvio Soldini con Ivan Franek, Barbara Lukesova
Silvio Soldini opera una scelta autoriale forte, per un
film tratto dal romanzo di Agota Kristof. Una pellicola
ambientata nel suggestivo teatro delle nevi svizzere ed
incentrata su un’insolita storia d’amore tra un operaio
immigrato e la sorellastra ritrovata per caso. Un film
interessante dal punto di vista stilistico, sebbene in
apparenza freddo e impersonale anche se racconta di una
grande passione. Le emozioni dello scrittore innamorato
pur affidate all’inespressivo Ivan Franek, nella versione
italiana vengono esaltate alla luce di una nuova
sensibilità grazie alla voce carismatica di Fabrizio
Gifuni che a dispetto un’interpretazione straordinaria non
riesce, però, a salvare il film dal gelo di un cinema
troppo cerebrale.
L’ultimo sogno
Di Irwin Winkler con Kevin Kline, Kristin Scott Thomas,
Hayden Christensen
Dopo A prima vista con Mira Sorvino e Val Kilmer,
il regista Irwin Winkler torna a flirtare pericolosamente
con la malattia senza nemmeno il sostegno scientifico di
un autore come Oliver Sacks. Melodramma di cattivo gusto
che racconta la storia di un uomo condannato dal cancro
che deciso a trascorrere l’estate a costruire la casa
ideale con il figlio ribelle, L’ultimo sogno
affonda un soggetto interessante sotto il fardello di
dialoghi e situazioni facili più consoni al mondo delle
telenovelas che a quello del cinema. Una pellicola
volutamente patetica, piena di luoghi comuni di cui
francamente possiamo fare tutti quanti a meno. Quando
Patch Adams sembra Pulp Fiction in confronto,
allora è davvero meglio lasciare perdere…
Harry Potter e la pietra filosofale
Di Chris Columbus con Daniel Radcliffe, Richard Harris,
John Hurt
Chi si aspettava un piccolo capolavoro sul senso
fanciullesco del fantastico è rimasto deluso dal primo
film dedicato al piccolo mago in grado – per il momento –
di moltiplicare gli incassi, ma non di riscaldare i cuori.
Visivamente opulento e straordinario, Harry Potter e la
pietra filosofale è eccessivamente lungo (due ore e
mezza…) e anche vagamente noioso. I momenti davvero
coinvolgenti vengono affrontati con superficialità, con il
regista Chris Columbus costretto a citare più volte la
morte dei genitori del protagonista per tirare fuori
qualche lacrima. Il film si propone come un
prodotto commerciale rivolto sicuramente più al mondo dei
giocattoli che ad un senso mistico dell’esistenza.
K – Pax
Di Iain Softley con Kevin Spacey, Jeff Bridges, Alfre
Woodward
Uno psichiatra di un ospedale un po’ a corto di
personale viene in contatto con "Prot" un tizio che porta
sempre degli occhiali scuri, perché – sostiene – di essere
un alieno in missione sulla Terra e di non sopportare la
luce. Nei suoi incontri non solo il dottore non sembra
riuscire a scalfire di un millimetro la posizione di Prot,
ma ne vede accresciuta la fama quando questo incomincia a
parlare anche agli altri pazienti del suo pianeta di
provenienza: K.- Pax, un mondo lontano migliaia di anni
luce che riaccende la speranza di una vita migliore. Le
cose peggiorano quando un gruppo di astronomi rimane
sconcertato dalle conoscenze di astrofisica possedute
dall’uomo. Al punto che anche lo psichiatra incomincia a
temere che ci possa essere qualcosa di vero…
Capitani d’aprile
Di e con Maria De Medeiros, Stefano Accorsi, Joaquim De
Almeida
La Fabienne di Pulp Fiction, ovvero l’attrice
portoghese Maria De Medeiros esordisce alla regia in un
film di cui è protagonista il nostro Stefano Accorsi,
reduce dal nuovo enorme e meritato successo di Santa
Maradona. Film di ispirazione civile sulla cosiddetta
"Rivoluzione dei garofani" (recentemente raccontata anche
ne La rivoluzione sulla due cavalli di Maurizio
Sciarra) che nella primavera del 1974 riportò la
democrazia in Portogallo Capitani d’Aprile è
incentrato sulle ventiquattro ore di rivoluzione non
violenta vissute da tre protagonisti: due capitani
dell’esercito portoghese ed una donna, moglie dell'uno ed
ex-amante dell'altro, professoressa di lettere
all’università e giornalista. Accorsi è Salgheiro Maya,
l’uomo che è considerato il padre della moderna democrazia
portoghese, recentemente scomparso per malattia.
Prigione di vetro
Di Daniel Sackheim con Leelee Sobieski, Diane Lane,
Stellan Skarsgard, Bruce Dern
Rimasti orfani, fratello e sorella adolescenti vengono
adottati da due facoltosi amici dei loro genitori. Si
trasferiscono così in una lussuosissima villa di Malibù
dove cercano di consolarsi con una vita nuova e
decisamente molto più agiata di prima. I due neogenitori
si dimostrano fin troppo premurosi: videogiochi, abiti
firmati e ogni genere di distrazione vengono offerti ai
due ragazzi che, nonostante tanta attenzione, si domandano
perché siano costretti a condividere la stessa camera da
letto in una villa di dodici stanze. Quando scoprono di
avere ereditato una somma molto ingente, i sospetti che
qualcosa non vada davvero dietro tanta opulenza si
rivelano più che fondati.
Serendipity
Di Peter Chelson con John Cusack – Kate Beckinsale
Jonathan e Sara si incontrano mentre cercano dei guanti
per le persone che amano. Una sera di shopping natalizio
nel 1990 a New York diventa quindi l’occasione per
innamorarsi follemente. Costretti a salutarsi dall’ora
decidono di non scambiarsi i numeri di telefono. Sarà così
il destino a decidere se si rincontreranno mai. Anni dopo,
all’indomani del loro matrimonio con un’altra persona, i
due non hanno dimenticato quella serata perfetta. Un film
hollywoodiano sulla scorta dell’ingenuità delle commedie
degli anni d’oro con tanto di lieto fine prevedibile. Una
commedia romantica e al limite dello smielato in cui John
Cusack tira fuori tutto il suo fascino, mentre Kate
Beckinsale non è la gatta morta che ricordiamo nel recente
Pearl Harbor.
Ocean’s Eleven
Di Steven Soderbergh con George Clooney, Julia Roberts,
Matt Damon, Brad Pitt, Elliot Gould, Andy Garcia
Una parata di stelle hollywoodiane per il remake
di Colpo grosso pellicola degli anni Sessanta con
Frank Sinatra e il suo cosiddetto "rat pack". Danny Ocean
e i suoi dieci elementi della sua banda devono riuscire a
rapinare una serie di casinò di Las Vegas.
La regia è quella di Steven Soderbegh che rinuncia alla
sperimentazione di Traffic e L’inglese per
un cinema più morbido che tenga conto delle esigenze di
tante stelle tutte insieme. Lungo e un po’ noioso,
Ocean’s Eleven è una bellissima scatola con poca anima
sulla difficile terra di confine del deja vu e di
una storia brillante, ma non sorprendente. Ma quando sullo
schermo c’è tanta bellezza maschile, il resto conta
davvero, alla fine…?
Atlantis
Di Kirk Wise e Gary Trousdale – Film d’animazione
1914: Milo Thatch, nipote del grande Thaddeus Thatch
lavora in un museo. Sa che Atlantide è esistita e sa anche
di poterci arrivare grazie ad un prezioso diario. Ha,
però, bisogno di qualcuno che gli finanzi il viaggio.
Tornato a casa un giorno che il direttore del museo gli ha
negato ogni aiuto trova una donna che gli offre
addirittura un sottomarino. La Disney gioca con un cinema
non destinato ai bambini in cui immettere le suggestioni
di qualcosa di molto più complesso. Un po’ Flash Gordon,
un po’ animazione giapponese, Atlantis lancia
un messaggio molto importante: senza la memoria del
passato non esiste alcun futuro. Da notare nella
divertente versione italiana la piacevolissima
caratterizzazione delle voci.
Volesse il cielo
Di e con Vincenzo Salemme, Maurizio Casagrande, Tosca
D’Aquino, Biagio Izzo
Una mattina di primavera un uomo nudo spunta da un
cassonetto della spazzatura dopo che una macchina della
polizia gli si è schiantata contro, mentre era lanciata in
un inseguimento. Dell’individuo non si conoscono le
generalità. Così, il poliziotto che lo ha ritrovato,
l’ispettore Massa, parte con lui alla ricerca di un
passato e di un’identità che sembrano semplicemente non
esistere. Il poliziotto sposato e senza figli, sembra
affezionarsi allo sconosciuto al punto da portarselo in
casa, dargli un tetto, e addirittura tenta di educarlo,
come fosse un figlio... L’ultima commedia di Vincenzo
Salemme per la prima volta senza l’amico e collega Carlo
Buccirosso.
La vera storia di Jack Lo Squartatore
- From Hell
Di Allen & Albert Hughes con Johnny Depp, Heather
Graham
"Jack lo Squartatore" è stato – forse - il più famoso
ed enigmatico serial-killer della storia. Cinque omicidi
atroci e rituali, in dieci settimane, crearono
un'atmosfera frenetica di chiacchiere e terrore, nella
Londra di fine ottocento. L'assassino non venne mai preso.
Johnny Depp, Heather Graham e Ian Holm sono i protagonisti
di un film basato su una serie di fumetti molto noti che
sfugge alle tentazioni dell’ennesimo horror gotico
vittoriano, rilanciando la storia sul versante politico
(un complotto massonico) e – soprattutto – esplora con
intelligenza e originalità la possibilità dolorosa e
agghiacciante che il male emerga dalle tenebre della
nostra mente. Da non perdere!
Monsoon Wedding
Di Mira Nair con Naseeruddin Shah, Lillette Dubey
Il primo film indiano a partecipare al Festival di
Venezia e – peraltro - a vincerlo incentrato sulla
famiglia Verma che si riunisce a Nuova Delhi da ogni parte
del mondo per un matrimonio combinato. Vicende che si
intrecciano per mostrare aspetti differenti dell’amore in
una pellicola interessante e divertente in cui le smanie e
le vessazioni di un’intera famiglia lasciano piacevolmente
sorpreso lo spettatore occidentale. All’insegna dell’idea
che tutto il mondo è paese e che i parenti restano
serpenti ovunque, Monsoon Wedding sfugge al
qualunquismo con una scelta di caratteri convincente per
un omaggio-remake a Festen del Dogma 95.
Una sceneggiatura intrigante per una fenomenologia
"etnica", ma anche molto moderna dell’amore.
Momo
Di Enzo D’Alò – Film d’animazione
Momo è un’enigmatica bambina di otto anni che si
imbatte nei terribili Signori Grigi, che vogliono rubare
il tempo e la felicità agli uomini. Momo cerca di
combatterli con l'aiuto della tartaruga magica Cassiopea e
di Mastro Hora, amministratore del Tempo. Ma sembra essere
tardi: non c’è più nessuno per giocare e il mondo sembra
cambiato per sempre. Didascalico e noioso, questo apologo
sul lavoro e sul tempo per divertirsi funestato da
un’inspiegabile colonna sonora urlata da Gianna Nannini,
sembra non avere la sensibilità poetica e la lucidità
narrativa de La freccia azzurra e La gabbanella
e il gatto. Eccessivamente involuto e cerebrale, il
film non riesce a coinvolgere lo spettatore in una trama
interessante, ma non appassionante. Un passo falso per
Enzo D’Alò.
L’uomo che non c’era
Dei Fratelli Coen con Billy Bob Thornton e Frances
McDormand
La tematica esistenzialista proposta dal titolo di
questo ennesimo piccolo capolavoro di ironia e di arguzia
dei fratelli Joel e Etan Coen si inserisce perfettamente
nel contesto di una pellicola omaggio al cinema in bianco
e nero legato ai dischi volanti e di tradimenti,
affrontandoli alla luce del senso di spaesamento del
protagonista. Un uomo che – come barbiere – è più esposto
di altri dinanzi al bombardamento di domande (più o meno
intelligenti) riguardo l’esistenza. Interpretato da un
Billy Bob Thorton che definire straordinario sarebbe
riduttivo. Un noir dall’impianto classico filtrato
attraverso la voce off del protagonista in un flusso di
coscienza lucido e dalle suggestioni surreali.
Behind the enemy lines
Di John Moore con Chris Owen, Gene Hackman
Storia di un pilota americano catapultatosi dopo essere
stato abbattuto sui cieli della Bosnia, inseguito dai
miliziani serbi per colpa di alcune foto compromettenti il
processo di pace, Behind the enemy lines è una
sgradevole pellicola alimentata da una tronfia quanto
cieca retorica militarista. Pieno di luoghi comuni e con
Gene Hackman in un ruolo minore, questo film girato come
un videoclip è l’ennesima reiterazione della storia del
soldato pasticcione che nel momento del pericolo mostra di
avere le qualità per cui è stato addestrato. Nonostante le
sequenze spettacolari stile Top Gun, questo film è
una collezione di orrori fini a loro stessi senza alcun
approfondimento storico, né psicologico, con un montaggio
demenziale dove ogni dettaglio visivo è curato, mentre il
tessuto narrativo è abbandonato irrimediabilmente a se
stesso.
Spy Game
Di Tony Scott con Brad Pitt, Robert Redford
Nonostante un uso sconsiderato e anacronistico
della tecnologia, Spy Game è un film interessante e
di grande intrattenimento. Ambientato in Vietnam, a
Berlino Ovest e a Beirut Spy Game è una veloce
carrellata sulle malefatte della Cia, allorché un suo
agente è stato preso prigioniero dai cinesi in
un’operazione militare condotta in piena solitudine. La
classe di Redford, lo stile narrativo del regista fratello
di Ridley Scott e il carisma di luoghi e personaggi tra
scenari da Guerra Fredda e Medioriente conducono lo
spettatore in un gioco di spie che sembra richiamare il
grande cinema del passato. Da notare il finale che ricorda
volutamente I tre giorni del condor. Stessa
macchina, stesso colore, stesso attore inconfondibile.
Tomb Raider
Di Simon West con Angelina Jolie, Jon Voight, Noah
Taylor
Un po’ Indiana Jones e molto James Bond Lara Croft è la
risposta a tanti eroi maschi. Sensuale, elegante e
desiderabile, la protagonista di Tomb Raider è
impegnata nella ricerca di un manufatto costruito da
un’antica civiltà che consente di controllare lo spazio e
il tempo. A contenderlo c’è una società segreta con sede a
Venezia in via Dolorosa chiamata "Gli Illuminati". Un film
passabilmente spettacolare in cui l’azione mutuata dal
videogame viene distillata attraverso una fredda
sensibilità da videoclip. Tomb Raider è una
piacevole e ingenua cavalcata nel cinema d’azione per poco
più di un’ora e mezza. Un film scontato dall’inizio, che,
però, nella carica sexy e atletica della Jolie trova la
forza in grado di renderlo intrigante.
Apocalypse Now – Redux
Di Francis Ford Coppola con Martin Sheen, Marlon
Brando, Robert Duvall
Apocalypse Now – Redux rappresenta uno di quei casi
in cui il cinema è meglio del sesso. Una pellicola
emozionante e straordinaria che ci fa capire come non
abbiamo mai visto prima il vero progetto concepito
da Francis Ford Coppola che adesso – dopo essere stato
presentato a Cannes – arriva nelle sale con circa
cinquanta minuti in più per la durata complessiva di tre
ore e diciassette in un’edizione rimasterizzata e
ridoppiata per l’occasione. Un classico fuori dal comune
che stende lo spettatore con la sua preveggenza e con la
sua lungimiranza politica. Una pellicola di cui non si può
che dire bene. Dalla trama all’ambientazione, dalla
recitazione degli attori alla forza corrosiva di una
storia senza tempo che fa rabbrividire oggi quando
l’America è impegnata in un’altra guerra. Un film di
denuncia che ha segnato il nostro tempo. Uccidete per un
biglietto…
Morì con un felafel in mano
Di Richard Lowenstein con Noah Taylor, Emily Hamilton
Divertente e visionario questo film è una sorta di
moderna rivisitazione della figura dell’Idiota di
Dostoevski con un personaggio assolutamente vittima degli
eventi, mentre è alla perenne ricerca di una casa e di un
modo per diventare uno scrittore di successo. Tra amici
nevrotici e coinquilini maniaci la sua vita in Australia è
perseguitata dalla follia generale e dai guai in cui si è
messo per colpa di alcuni tipacci. Noah Taylor (Shine,
Simon Magus) si conferma per essere un’interprete
dalle qualità straordinarie, mentre il regista Richard
Lowenstein gli costruisce intorno una storia dai toni
surreali proposta malinconicamente allo spettatore da
quella fotografia tenue e rarefatta tipica della
cinematografia degli antipodi.
Bandits
Di Barry Levinson con Bruce Willis, Cate Blanchett,
BillyBob Thornton
Bandits è la dimostrazione che non esistono generi
troppo datati per essere raccontati in maniera nuova.
Originale e – soprattutto – divertentissima al limite
dell’esilarante questa pellicola segna un passaggio nella
cinematografia di Barry Levinson un regista alla continua
sfida di se stesso. Girato in maniera sorprendente e –
soprattutto – imprevedibile nel suo essere assolutamente
"scontato" dall’inizio alla fine, Bandits ha il
pregio di colpire il cuore dello spettatore con la storia
dei due evasi che diventano rapinatori di banche. Sexy e
macho Willis, complessato e paranoico l’altro, i due amici
si innamorano perdutamente di una donna speciale,
sequestrata per sbaglio, proprio al culmine
dell’insoddisfazione nei confronti del marito.
Il diario di Bridget Jones
Di Sharon McGuire con Renée Zellweger, Hugh Grant,
Colin Firth
Smussate le ruvidità del romanzo, Renée Zellweger ha
messo su parecchi chili per entrare nei larghi abiti di
Bridget Jones, alter ego da quattro milioni di
copie della scrittrice – editorialista Helen Fielding che
nel Diario a lei dedicato ha descritto la vita di
una single trentenne con problemi di alcol, fame
nervosa e sigarette. Un successo tutto britannico che nel
film realizzato dallo stesso gruppo di lavoro di
Notting Hill e Quattro matrimoni e un funerale
ha come protagonista la trentaduenne attrice proveniente
dal Texas. Una commedia romantica divertente e decisamente
adatta a questa era di singles forzate con
Colin Firth (Shakespeare in Love, Febbre a 90°) e
Hugh Grant a contendersi la bella addetta all’ufficio
stampa di una casa editrice londinese.
Il principe e il pirata
Di e con Leonardo Pieraccioni, Massimo Ceccherini
Dopo il "tonfo" de Il pesce innamorato, Leonardo
Pieraccioni fa piazza pulita degli orpelli del buonismo di
risulta per tornare alla commedia pura al fianco di un
Massimo Ceccherini equilibrato ed essenziale nel suo
essere eternamente uguale a se stesso. Un on the road
all’italiana in cui tra The Blues Brothers e
La strana coppia, il duo fiorentino interpreta la
storia di due fratelli riuniti dal caso in viaggio per
riscuotere una singolare eredità. Semplice, leggero e
molto diretto Il principe e il pirata sembra un po’
riprendere lo spirito del Pieraccioni delle origini che
pur rivendicando ancora per se stesso il ruolo di "bravo
ragazzo" punta ad una commedia che riesce a divertire ed
intrattenere lo spettatore, pur essendo ancora afflitta da
tante macchiette e incertezze.
Pauline & Paulette
Di Lieven Debrauwer con Dora van der Groen, Ann
Petersen
Pauline è una donna semplice di 66 anni; non sa
leggere, né scrivere, e neanche parlare correttamente.
Vive in un villaggio fiammingo in una zona tra Bruxelles e
la costa belga. La sorella maggiore di Pauline, Martha,
dalla morte dei genitori si è sempre occupata di lei. Poi
Martha muore improvvisamente. Il testamento stabilisce che
tutti i suoi averi terreni e i proventi della vendita
della sua casa andranno a una delle altre due sorelle,
Paulette o Cécile: quella che si prenderà cura di Pauline.
Entrambe le sorelle sono interessate all’eredità ma
nessuna – né Paulette, proprietaria di un negozietto nel
villaggio, né Cécile, che vive a Bruxelles – vuole
occuparsi di Pauline…Pauline idolatra Paulette. Ma
Paulette cerca in tutti i modi di rimanere insensibile a
questa eccessiva ammirazione. Ogni santo giorno caccia via
la sorella, che continua a venirla a trovare al negozio…
Ti voglio bene Eugenio
Di Francisco J. Fernandez con Giancarlo Giannini,
Giuliana De Sio
Eugenio è un uomo down, tranquillo, affabile e
sornione. Vive da solo nella sua splendida casa immersa
nella campagna e lavora come giardiniere. Su richiesta del
Professor Boselli accetta di raccontarsi a Patrizia, una
giovane donna incinta, tormentata dall’incertezza di dare
alla luce un figlio….come lui. Al Centro traumatologico in
cui svolge volontariato, Eugenio deve occuparsi di Laura,
appena uscita dal coma nel quale era piombata in seguito
ad un incidente stradale. Il recupero della ragazza è
prioritario per Elena,l’amica del cuore di Eugenio, amata
in segreto e senza speranze, che ha lasciato il paese da
adolescente per sposare un uomo più grande di lei che
l’aveva sedotta e dal quale aspettava una figlia, Laura,
appunto.
Aida degli alberi
Di Guido Manuli – Film d’animazione
Aida è la figlia del re del regno di Arborea. Uno
splendido regno fatto di alberi e fonti luminose è messo
in pericolo dai crudeli soldati del vicino regno di roccia
e costruzioni: Petra. I soldati prendono come schiavi gli
abitanti di Arborea a causa di un odio atavico divide i
due popoli. Finché un giorno Aida incontra per caso il
figlio di un generale di Petra, il giovane e aitante
Radames. I ragazzi si innamorano e con tutte le loro forze
desiderano che la pace unisca i due regni. Ma dovranno
combattere contro il malefico Dio di Petra, Satam, che
vuole la guerra e la impone per mano del sacerdote Ramfis.
Riuscirà l'amore a trionfare sul male? L’Aida di Giuseppe
Verdi alla luce di una sensibilità nuova, con le musiche
di Ennio Morricone.
Un amore perfetto
Valerio Andrei con Mia Frye, Cesare Cremonini, Martina
Stella
Celestino detto Ceghe è un aspirante calciatore che,
squalificato per due anni, si rifugia nella pensione dei
suoi a Milano Marittima dove conosce e si innamora di
Laura. Lasciata la Vespa, scorazza sul lungomare a bordo
di una Spider Triumph bordeaux, ma riceve uno scacco in
amore. Laura, Celestino e il suo amico Bernie sono
praticamente inseparabili. Tra Ceghe e Laura è scoppiato
il classico colpo di fulmine, ma anche tra Laura e Bernie,
complice lo stesso Ceghe il cui sogno è di vivere un
rapporto a tre senza gelosie e invidie, scocca la
scintilla. Storia estiva e volutamente provinciale di un
triangolo amoroso in cui entrano in gioco anche l’amicizia
e la lealtà.