Momo
Di Enzo D’Alò – Film d’animazione
Momo è un’enigmatica bambina di otto anni che si
imbatte nei terribili Signori Grigi, che vogliono rubare
il tempo e la felicità agli uomini. Momo cerca di
combatterli con l'aiuto della tartaruga magica Cassiopea e
di Mastro Hora, amministratore del Tempo. Ma sembra essere
tardi: non c’è più nessuno per giocare e il mondo sembra
cambiato per sempre. Didascalico e noioso, questo apologo
sul lavoro e sul tempo per divertirsi funestato da
un’inspiegabile colonna sonora urlata da Gianna Nannini,
sembra non avere la sensibilità poetica e la lucidità
narrativa de La freccia azzurra e La gabbanella
e il gatto. Eccessivamente involuto e cerebrale, il
film non riesce a coinvolgere lo spettatore in una trama
interessante, ma non appassionante. Un passo falso per
Enzo D’Alò.
L’uomo che non c’era
Dei Fratelli Coen con Billy Bob Thornton e Frances
McDormand
La tematica esistenzialista proposta dal titolo di
questo ennesimo piccolo capolavoro di ironia e di arguzia
dei fratelli Joel e Etan Coen si inserisce perfettamente
nel contesto di una pellicola omaggio al cinema in bianco
e nero legato ai dischi volanti e di tradimenti,
affrontandoli alla luce del senso di spaesamento del
protagonista. Un uomo che – come barbiere – è più esposto
di altri dinanzi al bombardamento di domande (più o meno
intelligenti) riguardo l’esistenza. Interpretato da un
Billy Bob Thorton che definire straordinario sarebbe
riduttivo. Un noir dall’impianto classico filtrato
attraverso la voce off del protagonista in un flusso di
coscienza lucido e dalle suggestioni surreali.
Behind the enemy lines
Di John Moore con Chris Owen, Gene Hackman
Storia di un pilota americano catapultatosi dopo essere
stato abbattuto sui cieli della Bosnia, inseguito dai
miliziani serbi per colpa di alcune foto compromettenti il
processo di pace, Behind the enemy lines è una
sgradevole pellicola alimentata da una tronfia quanto
cieca retorica militarista. Pieno di luoghi comuni e con
Gene Hackman in un ruolo minore, questo film girato come
un videoclip è l’ennesima reiterazione della storia del
soldato pasticcione che nel momento del pericolo mostra di
avere le qualità per cui è stato addestrato. Nonostante le
sequenze spettacolari stile Top Gun, questo film è
una collezione di orrori fini a loro stessi senza alcun
approfondimento storico, né psicologico, con un montaggio
demenziale dove ogni dettaglio visivo è curato, mentre il
tessuto narrativo è abbandonato irrimediabilmente a se
stesso.
Spy Game
Di Tony Scott con Brad Pitt, Robert Redford
Nonostante un uso sconsiderato e anacronistico
della tecnologia, Spy Game è un film interessante e
di grande intrattenimento. Ambientato in Vietnam, a
Berlino Ovest e a Beirut Spy Game è una veloce
carrellata sulle malefatte della Cia, allorché un suo
agente è stato preso prigioniero dai cinesi in
un’operazione militare condotta in piena solitudine. La
classe di Redford, lo stile narrativo del regista fratello
di Ridley Scott e il carisma di luoghi e personaggi tra
scenari da Guerra Fredda e Medioriente conducono lo
spettatore in un gioco di spie che sembra richiamare il
grande cinema del passato. Da notare il finale che ricorda
volutamente I tre giorni del condor. Stessa
macchina, stesso colore, stesso attore inconfondibile.
Tomb Raider
Di Simon West con Angelina Jolie, Jon Voight, Noah
Taylor
Un po’ Indiana Jones e molto James Bond Lara Croft è la
risposta a tanti eroi maschi. Sensuale, elegante e
desiderabile, la protagonista di Tomb Raider è
impegnata nella ricerca di un manufatto costruito da
un’antica civiltà che consente di controllare lo spazio e
il tempo. A contenderlo c’è una società segreta con sede a
Venezia in via Dolorosa chiamata "Gli Illuminati". Un film
passabilmente spettacolare in cui l’azione mutuata dal
videogame viene distillata attraverso una fredda
sensibilità da videoclip. Tomb Raider è una
piacevole e ingenua cavalcata nel cinema d’azione per poco
più di un’ora e mezza. Un film scontato dall’inizio, che,
però, nella carica sexy e atletica della Jolie trova la
forza in grado di renderlo intrigante.
Apocalypse Now – Redux
Di Francis Ford Coppola con Martin Sheen, Marlon
Brando, Robert Duvall
Apocalypse Now – Redux rappresenta uno di quei casi
in cui il cinema è meglio del sesso. Una pellicola
emozionante e straordinaria che ci fa capire come non
abbiamo mai visto prima il vero progetto concepito
da Francis Ford Coppola che adesso – dopo essere stato
presentato a Cannes – arriva nelle sale con circa
cinquanta minuti in più per la durata complessiva di tre
ore e diciassette in un’edizione rimasterizzata e
ridoppiata per l’occasione. Un classico fuori dal comune
che stende lo spettatore con la sua preveggenza e con la
sua lungimiranza politica. Una pellicola di cui non si può
che dire bene. Dalla trama all’ambientazione, dalla
recitazione degli attori alla forza corrosiva di una
storia senza tempo che fa rabbrividire oggi quando
l’America è impegnata in un’altra guerra. Un film di
denuncia che ha segnato il nostro tempo. Uccidete per un
biglietto…
Morì con un felafel in mano
Di Richard Lowenstein con Noah Taylor, Emily Hamilton
Divertente e visionario questo film è una sorta di
moderna rivisitazione della figura dell’Idiota di
Dostoevski con un personaggio assolutamente vittima degli
eventi, mentre è alla perenne ricerca di una casa e di un
modo per diventare uno scrittore di successo. Tra amici
nevrotici e coinquilini maniaci la sua vita in Australia è
perseguitata dalla follia generale e dai guai in cui si è
messo per colpa di alcuni tipacci. Noah Taylor (Shine,
Simon Magus) si conferma per essere un’interprete
dalle qualità straordinarie, mentre il regista Richard
Lowenstein gli costruisce intorno una storia dai toni
surreali proposta malinconicamente allo spettatore da
quella fotografia tenue e rarefatta tipica della
cinematografia degli antipodi.
Bandits
Di Barry Levinson con Bruce Willis, Cate Blanchett,
BillyBob Thornton
Bandits è la dimostrazione che non esistono generi
troppo datati per essere raccontati in maniera nuova.
Originale e – soprattutto – divertentissima al limite
dell’esilarante questa pellicola segna un passaggio nella
cinematografia di Barry Levinson un regista alla continua
sfida di se stesso. Girato in maniera sorprendente e –
soprattutto – imprevedibile nel suo essere assolutamente
"scontato" dall’inizio alla fine, Bandits ha il
pregio di colpire il cuore dello spettatore con la storia
dei due evasi che diventano rapinatori di banche. Sexy e
macho Willis, complessato e paranoico l’altro, i due amici
si innamorano perdutamente di una donna speciale,
sequestrata per sbaglio, proprio al culmine
dell’insoddisfazione nei confronti del marito.
Il diario di Bridget Jones
Di Sharon McGuire con Renée Zellweger, Hugh Grant,
Colin Firth
Smussate le ruvidità del romanzo, Renée Zellweger ha
messo su parecchi chili per entrare nei larghi abiti di
Bridget Jones, alter ego da quattro milioni di
copie della scrittrice – editorialista Helen Fielding che
nel Diario a lei dedicato ha descritto la vita di
una single trentenne con problemi di alcol, fame
nervosa e sigarette. Un successo tutto britannico che nel
film realizzato dallo stesso gruppo di lavoro di
Notting Hill e Quattro matrimoni e un funerale
ha come protagonista la trentaduenne attrice proveniente
dal Texas. Una commedia romantica divertente e decisamente
adatta a questa era di singles forzate con
Colin Firth (Shakespeare in Love, Febbre a 90°) e
Hugh Grant a contendersi la bella addetta all’ufficio
stampa di una casa editrice londinese.
Il principe e il pirata
Di e con Leonardo Pieraccioni, Massimo Ceccherini
Dopo il "tonfo" de Il pesce innamorato, Leonardo
Pieraccioni fa piazza pulita degli orpelli del buonismo di
risulta per tornare alla commedia pura al fianco di un
Massimo Ceccherini equilibrato ed essenziale nel suo
essere eternamente uguale a se stesso. Un on the road
all’italiana in cui tra The Blues Brothers e
La strana coppia, il duo fiorentino interpreta la
storia di due fratelli riuniti dal caso in viaggio per
riscuotere una singolare eredità. Semplice, leggero e
molto diretto Il principe e il pirata sembra un po’
riprendere lo spirito del Pieraccioni delle origini che
pur rivendicando ancora per se stesso il ruolo di "bravo
ragazzo" punta ad una commedia che riesce a divertire ed
intrattenere lo spettatore, pur essendo ancora afflitta da
tante macchiette e incertezze.
Pauline & Paulette
Di Lieven Debrauwer con Dora van der Groen, Ann
Petersen
Pauline è una donna semplice di 66 anni; non sa
leggere, né scrivere, e neanche parlare correttamente.
Vive in un villaggio fiammingo in una zona tra Bruxelles e
la costa belga. La sorella maggiore di Pauline, Martha,
dalla morte dei genitori si è sempre occupata di lei. Poi
Martha muore improvvisamente. Il testamento stabilisce che
tutti i suoi averi terreni e i proventi della vendita
della sua casa andranno a una delle altre due sorelle,
Paulette o Cécile: quella che si prenderà cura di Pauline.
Entrambe le sorelle sono interessate all’eredità ma
nessuna – né Paulette, proprietaria di un negozietto nel
villaggio, né Cécile, che vive a Bruxelles – vuole
occuparsi di Pauline…Pauline idolatra Paulette. Ma
Paulette cerca in tutti i modi di rimanere insensibile a
questa eccessiva ammirazione. Ogni santo giorno caccia via
la sorella, che continua a venirla a trovare al negozio…
Ti voglio bene Eugenio
Di Francisco J. Fernandez con Giancarlo Giannini,
Giuliana De Sio
Eugenio è un uomo down, tranquillo, affabile e
sornione. Vive da solo nella sua splendida casa immersa
nella campagna e lavora come giardiniere. Su richiesta del
Professor Boselli accetta di raccontarsi a Patrizia, una
giovane donna incinta, tormentata dall’incertezza di dare
alla luce un figlio….come lui. Al Centro traumatologico in
cui svolge volontariato, Eugenio deve occuparsi di Laura,
appena uscita dal coma nel quale era piombata in seguito
ad un incidente stradale. Il recupero della ragazza è
prioritario per Elena,l’amica del cuore di Eugenio, amata
in segreto e senza speranze, che ha lasciato il paese da
adolescente per sposare un uomo più grande di lei che
l’aveva sedotta e dal quale aspettava una figlia, Laura,
appunto.
Aida degli alberi
Di Guido Manuli – Film d’animazione
Aida è la figlia del re del regno di Arborea. Uno
splendido regno fatto di alberi e fonti luminose è messo
in pericolo dai crudeli soldati del vicino regno di roccia
e costruzioni: Petra. I soldati prendono come schiavi gli
abitanti di Arborea a causa di un odio atavico divide i
due popoli. Finché un giorno Aida incontra per caso il
figlio di un generale di Petra, il giovane e aitante
Radames. I ragazzi si innamorano e con tutte le loro forze
desiderano che la pace unisca i due regni. Ma dovranno
combattere contro il malefico Dio di Petra, Satam, che
vuole la guerra e la impone per mano del sacerdote Ramfis.
Riuscirà l'amore a trionfare sul male? L’Aida di Giuseppe
Verdi alla luce di una sensibilità nuova, con le musiche
di Ennio Morricone.
Un amore perfetto
Valerio Andrei con Mia Frye, Cesare Cremonini, Martina
Stella
Celestino detto Ceghe è un aspirante calciatore che,
squalificato per due anni, si rifugia nella pensione dei
suoi a Milano Marittima dove conosce e si innamora di
Laura. Lasciata la Vespa, scorazza sul lungomare a bordo
di una Spider Triumph bordeaux, ma riceve uno scacco in
amore. Laura, Celestino e il suo amico Bernie sono
praticamente inseparabili. Tra Ceghe e Laura è scoppiato
il classico colpo di fulmine, ma anche tra Laura e Bernie,
complice lo stesso Ceghe il cui sogno è di vivere un
rapporto a tre senza gelosie e invidie, scocca la
scintilla. Storia estiva e volutamente provinciale di un
triangolo amoroso in cui entrano in gioco anche l’amicizia
e la lealtà.