Index ARTE - a cura di Giovanna Grossato - Marzo 1997


Giles Lytton Strachey

Nacque a Londra nel 1880 e compiuti gli studi al Trinity College di Cambridge, si dedicò in modo particolare allo studio della poesia inglese e francese del Settecento e del periodo Elisabettiano. Nel 1912 venne pubblicato il suo primo volume di saggi Landmarks in French Literature ("Capisaldi della Letteratura Francese"). Tuttavia il suo ruolo fondamentale in campo letterario fu quello della biografia storica, dove divenne ben presto il caposcuola di quel genere che si definisce di "storia romanzata" e che ebbe straordinario successo in seguito. Nel 1918, già vivendo con intensità di scambi intellettuali assieme alla pittrice Dora Carrington, pubblicò il suo famoso Eminent Victorians ("Vittoriani Eminenti") che gli procurò notevole successo. Il volume costituiva il preludio del successivo Queen Victoria ("La regina Vittoria", tradotto in italiano nel 1930) in cui venivano raccontati, con vivacità e spregiudicatezza, il carattere della regina e dei personaggi che la circondavano e nel quale lo scrittore era riuscito a ricreare in modo documentato e meticoloso, ma nello stesso tempo ironico, l’atmosfera dell’epoca. Altre opere successive, comprese quelle pubblicate postume, contengono tutte, anche se in tono minore, la stessa verve e la sottile ironia. Narrano eventi storici e personaggi, secondo un metodo storico in netto contrasto con quello idealizzante, in voga nell’Inghilterra e nella Germania di fine secolo.

Del suo mirabile senso dell’humor documentano, oltre ai suoi scritti, le lettere e gli articoli dei suoi amici del famoso "Gruppo di Bloomsbury" che raccoglieva attorno a sé anche E.M.Foster , V.Woolf e altri altri artisti ed intellettuali del primo Novecento.

Strachey, considerato uno dei migliori prosatori inglesi contemporanei, omosessuale dichiarato ed esteta dal gusto raffinato, si spense di cancro a Inkpen, nel Berkshire, nel gennaio del 1932.

La sua compagna di vita e d’intelletto, la pittrice Dora Carrington, non riuscendo a gestire il profondo senso di mancanza lasciato dalla sua morte, si uccise nel marzo di quello stesso anno.

Giovanna Grossato