Bolero: la
sensualità come rito
Di Bolero ne hanno parlato negli
ultimi ventanni un po tutti, per questo
preferiamo farlo raccontare da Luciana Savignano che è,
tra tutte le interpreti, la più significativa.
"La musica di Ravel " diceva Bejart "è
fin troppo nota e tuttavia sempre nuova per la sua a
semplicità".
" Sempre nuova è anche la mia interpretazione di
Bolero" spiega la Savignano sinceramente non ricordo
quante volte lho danzato ma è come se ogni volta
la mia anima si rinnovasse donandosi, attraverso il
corpo, in un messaggio in continua mutazione che sussurra
cresce in un grido e tace con la musica".
Metamorfica la Savignano nel "suo" Bolero: una
fisicità che si accende lentamente a partire dalle sue
dita tante piccole fiammelle che si insinuano sulla scena
si allungano nelle braccia, nel busto nelle gambe
divampando in un grande incendio che è l'unione della
melodia con il ritmo.
" Io sono innamorata" continua
"dellarte come la crede e la vive fancendola
vivere Bejart. Il movimento in lui è interamente
dedicato alla ricerca di un messaggio da proiettare ad un
dialogo continuo con la musica e soprattutto mai fine a
se stesso: è questa la meraviglia, la magia del suo
vocabolario coreografico.
Le mie mani le mie braccia sono come delle ali di fuoco
che esprimono la necessità fisica di comunicare.
Io sono una sacerdotessa che compie un rito per me Bolero
è come una preghiera è questo che sento ogni volta che
lo danzo.
Spesso si vede in Bolero solo
lerotismo ma se vogliamo la sensualità che si
legge nella continua ripetizione dei balancé nelle
sinuose ed ossessive movenze del bacino ha molto di
cerebrale appartiene ad una sensualità superiore.
Io mi sento come laraba fenice che sorge dalle
fiamme come se la musica di Ravel provenisse dalla tomba
e mi facesse progressivamente rinascere è come un
miracolo ed io dico sempre che il giorno che sentirò
affievolirsi il fuoco che anima questo incanto scenderò
dal tavolo. Ma sino ad ora sento ancora tutta la magia di
Bolero scaldarmi."
Roberta Paolini
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