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ARTE - a cura di Giovanna Grossato - Luglio 1998 |
"Al principio era il vuoto di un calco di legno, la luce della scena sarà la fine - dice Filippo Furlan- In mezzo, l’odore del cuoio ancora umido. In mezzo, le private vibrazioni dell’attore, l’attesa della seconda pelle. Oltre quella pelle (seconda forse, eppure l’unica vera), il mistero svelato. Il volto svolto di Grossalino si fa superficie di cristallo, specchio implacabile della nostra commedia quotidiana, lente ustoria in cui, vampa di un istante, blocchiamo la ruota della vita." Protagonisti, con Alain Le Bon, i Fratelli De Marchi, che vivono e operano a Toara (VI) e che per anni sono stati seguiti nella loro attività dal filosofo dell’estetica Dino Formaggio. Numerose le loro esposizioni in Italia e all’estero e vivi l’interessamento e l’ammirazione di Federico Fellini, del burattinaio Otello Sarzi, del regista Maurizio Scaparro; costante è, nella loro vicenda artistica, l’appoggio di Alain Le Bon -attore di Brecht, Shakespeare, Shaw, Marivaux, regista e direttore della Maison de Polichinelle di Saintes, fondatore, nel 1978, del Cirkub’u-, che li ha definiti "viaggiatori del meraviglioso". |