indice ARTE - a cura di Giovanna Grossato - Novembre 1998

Appuntamenti d'arte

EDVARD MUNCH al Museo d’Arte Moderna di Lugano

munch1p.jpg (11931 byte)Il Museo d’Arte Moderna di Lugano dedica al grande pitture norvegese Edvard Munch un’importante retrospettiva che si ricollega ad altre, altrettanto significative, che hanno avuto l’obiettivo di insistere su differenti aspetti ed esperienze del movimento espressionista. Nel 1993, infatti, venne presentata un’antologica sull’opera di Francis Bacon, nel 1994 su quella di munch3p.jpg (15089 byte)Emil Nolde, nel 1995 il discorso era proseguito con una rassegna di dipinti di Chaim Soutine, nel ’96 di Constant Permeke e, nel 1997 di Georges Rouault.

La mostra odierna, curata dal Direttore dei Musei della Città di Lugano Rudy Chiappini, illustra l’intero percorso creativo di Munch attraverso una settantina di dipinti e una quarantina di significativi pezzi grafici, realizzati tra il 1882 e il 1931 e provenienti da importanti collezioni private e da Musei d’Europa e d’America.

La rassegna, che ha già riscosso un grande successo di pubblico e che terrà aperti munch2p.jpg (12132 byte)i battenti fino al 13 dicembre, è posta sotto l’Alto Patronato della Regina Sonja di Norvegia e della Presidenza della Confederazione Svizzera e gode dell’appoggio della Nasjonal Galleriet di Oslo e del Munch - Museet che ha consentito, per l’occasione, il prestito di trenta opere fondamentali del maestro espressionista. Tra queste, infatti, sono le famosissime "La danza della vita", "Pubertà", "Il bacio".

Affianca la mostra un ricco catalogo edito da SKIRA, il quale, oltre ad offrire esaurienti apparati iconografici, si avvale per la comprensione della vicenda artistica ed umana di Edvard Munch, anche di saggi dedicati a specifici aspetti della personalità del pittore.

 

GIOVANNI FATTORI a Verona mostra antologica
400 opere

fattori2p.jpg (11180 byte)Il programma autunnale di Palazzo Forti si è aperto il 10 ottobre con un’importante mostra antologica dedicata al grande pittore livornese, proseguendo così l’impegno di approfondimento e di rivisitazione dei grandi maestri dell’arte moderna.

Pittore ed incisore, esponente di punta del gruppo dei Macchiaioli, Giovanni Fattori (Livorno 1825 - Firenze 1908), si rivela maestro di una pittura di grande costruzione plastica che ha per oggetto i paesaggi, la gente di Maremma, le scene di vita militare, ritratte con aderenza alla realtà e senza concessioni alla retorica celebrativa.

fattori1p.jpg (13277 byte)La rassegna presenta circa 100 dipinti, ordinati per gruppi tematici e divenuti assai famosi, come "In vedetta"[foto X] o "Il carro rosso " [foto y], affiancati da una vasta raccolta di disegni, acquerelli, litografie ed acqueforti, forse meno universalmente note, come questo "Cavallo sellato e mulo al barroccio"[diapo], ma altrettanto significativi e, talora, eccezionali inediti. Ciò dà al pubblico la possibilità di esaminare, per la prima volta, lo sviluppo completo, nei diversi esiti tecnici, dei temi cari all’Artista e ha come obiettivo quello di far conoscere la grande complessità delle tematiche di Giovanni Fattori.

L’esposizione si colloca in un programma di intensa collaborazione fattori3p.jpg (16502 byte)con il Museo Fattori di Livorno ed è stata resa possibile dal generoso contributo delle più importanti collezioni pubbliche e private italiane. Essa è accompagnata da un cospicuo catalogo edito da Electa, curato da Giorgio Cortenova e Andrea Baboni che offre un quadro assai ricco di problematiche relative ai diversi aspetti della pittura di Fattori esemplificate da un ricco apparato iconografico.

Questa antologica rimarrà aperta a Palazzo Forti fino al 31 gennaio 1999.

 

FERRARA - Festeggia il primo centenario del Museo Civico di Palazzo Schifanoia

ferrara1p.jpg (10827 byte)Questa ricorrenza offre l’occasione all’Istituto di Studi Rinascimentali, alla Direzione dei Musei Civici di Arte Antica di Ferrara e al Warburg Institute di Londra di promuovere alcune interessanti manifestazioni. Un convegno internazionale di studi sull’attività del ricercatore amburghese Aby Warburg dal titolo "Aby Warburg e le metamorfosi degli antichi dei" che ha avuto luogo alla fine di settembre per rendere omaggio a colui che, all’inizio del secolo, per primo si fece portavoce di un’analisi degli affreschi della Sala dei Mesi fondata sui contenuti a carattere storico e filologico.ferrara2p.jpg (11993 byte)

Inserita nell’ottica dell’approccio di Warburg alla storia della cultura e dell’arte, in palazzo Schifanoia è allestita anche una mostra dal titolo "Fotografie di frontiera" che illustra, con un repertorio di circa 80 splendide immagini fotografiche dell’epoca e una vasta selezione di documenti, il viaggio compiuto da Warburg nel Sudovest americano, nel 1895-96 a contatto con gli indiani di Pueblo del Nuovo Messico e in Arizona.

ferrara3p.jpg (17299 byte)La terza iniziativa è costituita dalla mostra "Il cosmo incantato di Schifanoia. Abi Warburg e la storia delle immagini astrologiche", che mette a disposizione del pubblico, per la prima volta, documenti inediti dello studioso, attraverso i quali è possibile seguire il percorso della sua ricerca e comprendere il processo di elaborazione di un metodo, quello iconologico, che inaugura una stagione nuova nell’approccio alla storia dell’arte.

Entrambe le esposizioni, che hanno avuto inizio con la fine del convegno di studi il 24 settembre, saranno visitabili fino al 22 novembre e sono corredate da un catalogo.

 

MANTOVA PALAZZO TE - ALVAR AALTO, 1898-1976

aalto1p.jpg (10180 byte)Dal MoMa di New York a Palazzo Te come unica tappa europea (30 agosto-22novembre) progetti, disegni originali, mobili, vetri del grande architetto finlandese, nel centenario della nascita.

La retrospettiva è ospitata alle Frutterie di Palazzo Te, l’ala meridionale della residenza estiva creata dall’architetto manierista Giulio Romano, tra il 1524 e il 1534, per il duca Federico Gonzaga, che, con il suo cortile nel quale si mescolano stilemi compositivi classici, costituisce la sede ideale dell’allestomento che espone al pubblico 54 progetti di Alvar Aalto, dal 1917 al 1970, con disegni e schizzi originali, grafici e fotografie, e 20 modelli, oltre ai mobili, vetri ed oggetti design su un percorso di 150/200 ml, scandito da 11 progetti principali. Tutto il materiale didascalico (foto, testi, grafici ecc) è, poi, disposto in modo da costituire il miglior supporto alla lettura dei progetti edaalto2p.jpg (12891 byte) un cospicuo aiuto viene anche offerto da video disposti lungo il percorso con filmati delle principali realizzazioni di Aalto.

L’itinerario antologico, ideato da Peter Reed per il MoMa e da Sergio Polano per l’edizione italiana, proseguirà poi per Tokyo ma non prima di aver permesso al pubblico italiano una rilettura critica del grande architetto. "Non vi sarà da meravigliarsi se la mostra consentirà nuovi studi - afferma Francesco da Co, coordinatore del progetto italiano, - e la formulazione di nuove ipotesi critiche, capaci di liberare l’opera dell’architetto dalle gabbie in cui la critica l’ha rinserrata".

 

FRANCESCO STEFANINI alla Galleria Forni di Bologna

foto7p.jpg (7282 byte)LUMI E FRAMMENTI DI NATURA intrappolati come presenze evanescenti nelle tele di Stefanini sono esposti dal 17 ottobre e fino al 12 novembre alla galleria di Stefano Forni in piazza Cavour a Bologna. Suggestive immagini che, come "Luce del mattino", evocano atmosfere giapponiste di melanconica leggerezza.foto9p.jpg (7582 byte) Bene interpreta il segno di Francesco Stefanini Marco Goldin quando afferma, in un suo scritto dal titolo Piccola storia con ricordi come esempi all’interno del catalogo "Stefanini, Opere 1987-1997" di una personale di Stefanini del 1997 a Villa Foscarini Rossi di Sta-Venezia, che "L’opera di Stefanini non è un movimento né una stasi, è invece equilibrio tra la visione e la sua scomparsa. Pittura non più di oggetti, ma soltanto di assenza, e al capo opposto di durata. Durata di una assenza, persistenza di una scomparsa; quando l’essenza protratta diventa il culmine della presenza".

Una personale di Francesco Stefanini, presentata da Laura Tocchetto, è allestita, a partire dal 30 ottobre, anche all’Asolo Golf Club di Cavàso, in provincia di Treviso.

 

Al Palazzo della Ragione di Mantova MAURO PAGANO OPERA

Una rassegna che rende omaggio allo scenografo e costumista Mauro foto8p.jpg (9591 byte)Pagano, prematuramente scomparso dieci anni fa, viene ospitata a Mantova dal 31 ottobre 1998 fino al 6 gennaio 1999, al Palazzo della Ragione.

Allievo di Ezio Frigerio a Roma, ma presto autonomo, Mauro Pagano ha firmato alcune tra le più intense scenografie d’opera del decennio 1975-85.

Con un imponente ed appassionato lavoro di ricerca Sara Mamone ha dato vita ad un eclettico percorso artistico selezionando materiali che restituiscono intatto il fascino e la grandiosità dell’artista.

L’allestimento al Palazzo della Ragione espone, infatti, dipinti ed opere grafiche degli esordi, bambole e cavalli a dondolo prodotti dall’industria di Canneto sull’Oglio, dove Pagano nacque nel 1951, bozzetti e figurini, ricostruzioni scenografiche, costumi di scena, fotografie di backstage, videoproiezioni delle opere dell’artista.

Il catalogo della mostra contiene, oltre all’intervento critico di Sara Mamone, interviste ai principali collaboratori di Pagano, tra cui Ezio Frigerio, Riccardo Muti, Luca Ronconi, Michael Hampe, Jean-louis Thamin, Gilbert Deflo, Lorenzo Arruga.

 

GASPAR HOMAR al Museo d’Arte Moderna di Barcellona

Gfoto4p.jpg (9373 byte)aspar Homar (Palma de Mallorca 1870-Barcelona 1955) fu un costruttore di mobili e un decoratore d’interni d’origine majorchese. Figlio del carpentiere Pere Homar, a tredici anni abbandonò la sua isola natale per aprirsi la strada in una città, Barcellona, industrialmente sviluppata e prospera e che si stava apprestando ad accogliere l’Esposizione Universale del 1888, diventando così luogo privilegiato di un’intensa attività edilizia.

Qui Homar sviluppò una attività intensa e creativa che lo propose ben presto alla ribalta come uno dei più qualificati professionisti in campo decorativo nell’ambito del modernismo internazionale.

foto5p.jpg (7092 byte)I suoi mobili sono il riflesso della prosperità e delle aspirazioni della borghesia catalana e spiccano per la complessità dell’intaglio per la quale l’artista si avvalse della collaborazione di altrettanto abili artisti, tra cui Sebastià Junyent, Joan Carreras e Josep Pey.

L’attività di Homar si articolò in diverse tecniche delle arti applicate (tessitura, mosaico, intaglio, toreutica) e il suo laboratorio, in cui operava più di un centinaio di operai, fu l’officina dalla quale uscirono gli elementi decorativi e funzionali delle più importanti costruzioni moderniste. Tra esse la casa Lleò Morera del Passeig de Gràcia di Barcellona e la casa Navàs de Reus.

foto6p.jpg (6641 byte)L’esposizione della sua opera, allestita al museo d’Art Modern del MNAC in collaborazione con la Fondazione "la Caixa", è la prima antologica dedicata all’artista e riunisce una selezione di circa 130 lavori, in gran parte inediti, rappresentativi del meglio della sua produzione..

Le diverse opere esposte, che provengono da istituti pubblici, da collezioni private nonché dallo stesso Museo Nazionale d’Arte della Catalogna, permettono di seguire le diverse tappe evolutive dell’artista : lo spitito eclettico degli anni Ottanta e Novanta ha la sua origine dal laboratorio di Francesc Vidal ; uno stile floreale ricco di evocazioni naturalistiche di inusitato fascino estetico, coincidono con un mutamento stilistico dovuto alla vicinanza e collaborazione con l’architetto Lluìs Domènech i Montaner, ed infine l’assunzione di alcuni stilemi modernisti derivano anche dalla scuola di Glasgow, che negli anni successivi alla prima Guerra Mondiale lo spinsero verso individuazioni tipiche allo stile dell’Art Déco.

GG