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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Febbraio 1999

I film di febbraio (II parte)

Monicelli scivola sui Panni sporchi
Hackman, attenti al Grande Fratello

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Lost in Space

William Hurt - Gary Oldman - Matt Le Blanc - Mimi Rogers -Heather Graham Sceneggiatura Irwin Allen - Akiva Goldsman Regia Stephen Hopkins Anno di produzione 1998 Distribuzione MEDUSA Durata 120’

space_p.jpg (11263 byte)Con un bravo Gary Oldman e un magnetico, ma non particolarmente impegnato William Hurt, Lost in space è un film divertente e interessante. Forse, tra qualche tempo non ne rimarrà nessuna traccia negli annali del cinema legato alla fantascienza, ma questo non è - poi - così importante. Remake sul grande schermo di una serie televisiva quasi mai trasmessa in Italia, Lost in space è una pellicola piena di ottimi effetti speciali che – soprattutto – nel suo aspetto visivo è – indiscutibilmente ottima ed efficace. Purtroppo, nonostante un cast di attori bravi, anche se non al massimo delle possibilità, Lost in space paga lo scotto di una sceneggiatura che – soprattutto nel secondo tempo, senza essere originale, non riesce a coinvolgere più di tanto. E il film – purtroppo – è tutto qui. Citando qua e là altre famose saghe siderali e fantascientifiche, la pellicola va avanti senza infamia e senza lode e – soprattutto – senza una fine decisa. I nostri eroi, infatti, in attesa - probabilmente - di un numero 2 continueranno a vagare per uno spazio pieno di sorprese sconvolgenti. Emozioni che certo non ci vengono regalate da quel fastidiosissimo e inespressivo Matt Le Blanc che dopo avere fatto un grande salto dall’appartamento di Friends fin nello spazio profondo, farebbe meglio a prepararsi di più, prima di lasciare ancora il suolo terrestre per interpretare pellicole di qualsiasi genere.

 

Ideus Kinky (Hideous Kinky)

Kate Winslet – Said Taghmaoui – Bella Riza – Carrie Mullan Sceneggiatura Billy MacKinnon tratta dal romanzo di Esther Freud Regia Gillies MacKinnon Anno di produzione Gran Bretagna 1998 Distribuzione MIKADO Durata 98’

kinky_p.jpg (12271 byte)Bellissima questa Kate Winslet, leggermente più "pagnoccona" dai tempi in cui affondava insieme a Dicaprio e al Titanic. Peccato che venga coinvolta in una storia anni Settanta in cui - strangolata da una sceneggiatura superficiale - non possa esprimere più di tanto le doti recitative che ci hanno fatto innamorare di lei nel film di James Cameron. Ideus Kinky - titolo basato su un gioco di parole infantili - oltre a regalarci una splendida fotografia del Marocco e il curato ritratto di un’epoca come gli anni Settanta dove molti occidentali avevano deciso di vivere nel paese africano, è una pellicola vagamente latitante su molti punti. Se le piccole interpreti femminili che hanno il ruolo delle figlie di questa donna alla ricerca della verità nella filosofia Sufi sono brave e simpatiche, altrettanto non si può dire di Said Taghmaoui (L’odio), attore che non riesce a comunicarci la profondità del dramma del suo personaggio. Mentre Kate Winslet ci regala un’immagine di nudo parziale che vale tutto il film, non altrettanto generoso è il regista Gillies Mac Kinnon (già autore del cupo Regeneration) affetto da una stitichezza di idee, pericolosa se non letale per pellicole che vogliono raccontare - soprattutto - i viaggi della mente.

 

Urban Legend

Jared Leto – Alicia Witt – Rebecca Gayheart – Robert Englund Sceneggiatura Silvio Horta Regia Jamie Blanks Anno di produzione 1998 Distribuzione Columbia Tristar Durata 98’

Urban_p.jpg (11826 byte)Era destino che il solco tracciato da Scream venisse riempito da numerosi epigoni, spesso non fortunati come il loro capostipite. Dopo So quello che hai fatto, il cui sequel dovrebbe uscire in Italia intorno a giugno, ecco arrivare Urban Legend in cui gli ingredienti sono sempre gli stessi. Argomenti adolescenziali (sesso, bevute colossali, filarini universitari o post liceali), ragazzi e ragazze sempre belli (e soprattutto belle protagoniste maggiorate), un clima patinato di mistero e il ruolo cameo da annotare sul taccuino alla voce "cinema nel cinema": stavolta c’è Robert "Freddie Kruger" Englund e "l’esorcizzata" Linda Blair. Situazioni in cui tutti gli adolescenti vorrebbero potersi immedesimare, magari studiando in quelle università linde e pinte, piene di ragazze fantastiche con cui tentare a tutti i costi di fidanzarsi sia per la bellezza, sia per i fuoristrada su cui – di solito - girano. Purtroppo, ogni tanto, ci si mettono psicopatici e mostri a rovinare le cose. Nonostante sia prevedibile, nonostante sin dalle prime scene possiamo snocciolare la rosa di nomi tra cui individuare il cattivo, nonostante alcuni vistosi buchi nella sceneggiatura, Urban Legend ha alcuni elementi interessanti. Una buona regia, belle ambientazioni, un’ottima e chiara fotografia (più da videoclip che da film dell’orrore) e una storia intrigante a metà tra il classico dell’horror e sulle moderne storie di serial killer stile Millennium e X files. La cosa migliore di questo film è comunque avere incentrato l’attenzione sulle leggende metropolitane di cui il killer replica le storie più efferate nei suoi macabri omicidi. Un argomento – ormai – dalla rilevanza antropologica consistente e che – data l’importanza – riesce a superare i confini geografici.

 

Nemicheamiche (Stempmom)

Julia Roberts - Susand Sarandon - Ed Harris Sceneggiatura Gigi Levangie e Jessie Nelson & Steven Rogers & Karen Leigh Hopkins e Ron Bass Regia Chris Columbus Distribuzione Columbia Tristar Anno di produzionea 1998 - Durata 124’

Dramma agrodolce con due grandi attrici, Nemicheamiche racconta del difficile rapporto tra un’ex moglie ammalata di cancro (Susan Sarandon) e la nuova compagna (Julia Roberts) del marito (Ed Harris) che deve fare i conti con due bambini pestiferi e che considerano la madre come una donna perfetta. Una storia calibrata a perfezione per i gusti di un pubblico disposto a commuoversi con tutti gli ingredienti giusti per iniziare a piangere al momento giusto.

Un film melenso che ha i toni della commedia solo quando il regista di Mrs. Doubtfire Chris Columbus decide sia il momento di stemperare il dramma. Una storia semplice, reale e commovente, ambientata nella ricca borghesia di New York con una Julia Roberts più brava del solito e una Susan Sarandon ottima come sempre. È vero: Nemicheamiche potrà sembrare una moderna "sceneggiata" del Duemila americano, eppure i suoi colori perfetti, la sua regia omogenea e accattivante, lo rende un film gradevolmente sincero. Per i temi trattati e per il modo in cui vengono raccontati. Un fondo di civiltà nel rapporto tra le due donne che illumina la strada di un futuro dove i rapporti familiari saranno sempre più complicati da stratificazioni sociali diversissime. Nemicheamiche non segnerà certo la storia del cinema, ma commuoverà un pubblico non del tutto smaliziato e disponibile a riflettere sui delicati equilibri di una moderna famiglia "allargata".

 

Attacco al potere (The siege)

Denzel Washington - Annette Bening - Bruce Willis - Tony Shaloub Sceneggiatura Lawrence Wright e Menno Meyjes & Edward Zwick Regia Edward Zwick Anno di produzione 1998 Distribuzione Twentieth Century Fox Durata 115’

potere_p.jpg (15414 byte) E' un Kolossal antiarabo in cui il Presidente degli Stati Uniti è costretto a porre New York sotto la legge marziale per bloccare una cellula di terroristi palestinesi, Attacco al potere è un film banale e pieno di citazioni di altre pellicole. Una sorta di riassunto di tipi e situazioni già viste che lo rende noioso, poco credibile e soprattutto irritante per la sua pretenziosità. Godzilla, Schindler’s List, X files e perfino il cinema di Hong Kong sono tutti mescolati insieme per ottenere un film dove i cattivi sono sempre cattivi e i buoni sono sempre buoni e inascoltati. Pessima la recitazione di un’irriconoscibile Annette Bening, stucchevole Denzel Washington nel disperato tentativo di donare una qualche dignità alla pellicola in questione, granitico e sottotono un Bruce Willis che appare solo per motivi di cassetta. Insomma, una strampalata e ampollosamente retorica pellicola basata su luoghi e pregiudizi comuni di cui vale la pena ricordare solo le immagini di rastrellamento dei poveri giovani arabi nelle vie di Brooklyn. Sebbene sia copiata dal capolavoro di Spielberg dedicato all’Olocausto, ci ammonisce a ricordare che il passato può sempre imprevedibilmente tornare anche sotto altre bandiere.

 

Bug Story -megaminimondo (A bug’s life)

Film d’animazione Sceneggiatura Andrew Stanton, Donald McEnery & Bob Shaw Regia John Lasseter Anno di produzione USA 1998 - Walt Disney & PIXAR Distribuzione Buena Vista International Durata 95’

Bugstory_p.jpg (7177 byte)Allegro e spensierato, Bug Story è la risposta della Disney al successo della Dreamwoks, Z la formica. Tecnicamente perfetto e assai più luminoso del suo rivale con Woody Allen, Bug Story è un film che si inserisce perfettamente nel filone quasi centenario della Walt Disney Pictures. Realizzato dallo stesso team di autori dietro al successo di Toy Story , il film racconta la storia di un formicaio che per emanciparsi dal tributo alle più forti e crudeli cavallette, manda la formica Flick - pasticciona e ingenua - a cercare un gruppo di insetti che possa aiutarli nell’impresa. Purtroppo, a causa di un equivoco, Flick torna dai suoi compagni non con dei killer spietati, dei valorosi guerrieri, ma con degli insetti di un circo delle pulci... Divertente e pieno di citazioni ironiche (imperdibili i titoli di coda...) Bug Story rappresenta un ottimo e ulteriore passo nello sviluppo e nel perfezionamento del cinema d’animazione.

 

Amici & Vicini (Your friends & Neighbours)

Amy Brennan - Aaron Eckhart - Catherine Keener - Nastassja Kinski - Jason Patric - Ben Stiller Sceneggiatura e Regia Neil Labute Anno di produzione 1998 Distribuzione Warner Bros. Durata 99'

Bolsi e annoiati, tra un'eiaculazione precoce e un'altra, tra pranzi conditi da storielle senza senso, con davanti lo spettro di una lontana copia delle commedie di Woody Allen, si agitano i personaggi di un'umanità squallida e violenta di una città qualsiasi degli Stati Uniti. Con un attore produttore come Jason Patric che gode negli interminabili primi piani che gli vengono dedicati e che oltre ad autocompiacersi della sua recitazione incomprensibilmente forzata, impone un ritmo a una storia senza midollo, questo Amici & Vicini si dilunga nella più sgradevole delle analisi. La sessualità maschile e femminile vista sul piano dei rapporti umani, condita da debolezze, tradimenti e retorica da Talk show, con l'assenza totale di un qualsiasi richiamo etico o semplicemente legato alla sensibilità.

Già autore dello sgradevole Nella società degli uomini il regista Neil Labute è riuscito nell'intento di bissare lo spiacevole successo del precedente lungometraggio, raccontandoci una storia estremamente squallida e dai risvolti incomprensibili. Un mondo di frustrati, complessati, arroganti parolieri, che sproloquiano su tutto senza dire nulla. Un film che lancia il messaggio che tutto fa schifo e che solo la violenza sul piano del sesso è funzionale e appagante.

Una pellicola mediocre con attori costretti a raccontare una storia piena di parole, frasi e situazioni sconnesse che sembra durare un'eternità. Un film volutamente brutto dove l'estetica e l'etica borghese americane si autocelebrano in una sorta di combustione di tutti i valori di stampo nichilista. Amici & Vicini è un film irritante e sconclusionato, dove lo squallore morale, umano e civile regnano sovrani in una società allo sbando che sa solo trattare argomenti da bar di infima categoria.

 

L’assedio

David Thewlis - Thandie Newton - Claudio Santamaria Sceneggiatura Bernardo Bertolucci & Clare People tratta da un romanzo di James Lasdun Regia Bernardo Bertolucci Produzione Fiction Films & Navert Films in associazione con Mediaset Anno di produzione Italia 1999 Distribuzione Medusa Durata 90’

assedio_p.jpg (12528 byte)Intenso ed emozionante, L’assedio è un film delicatissimo dove - essendo i dialoghi ridotti al minimo - è la musica il grande filo conduttore, con due persone che si incontrano e si amano, conoscendosi attraverso di essa. Ma L’assedio è anche la storia di un enorme sacrificio d’amore in cui un elegante musicista inglese che abita a Roma, in un palazzotto del centro, si innamora della sua colf africana. In cambio del suo amore, lei gli chiede che lui faccia liberare il marito prigioniero per motivi politici nel suo paese d’origine. Così, mentre i preziosi mobili di casa iniziano a sparire misteriosamente, sullo sfondo affascinante di una Roma multietnica, nella giovane nera nasce un sentimento strano per questo musicista che le dedica tante attenzioni. Con un finale aperto alla decisione del singolo spettatore, Bertolucci ha voluto regalare a tutti noi un piccolo film, intensissimo e assai diverso dalla sua produzione più recente. Strutturalmente molto simile a Ultimo tango a Parigi, L’assedio è un’opera colta e delicata. Dai sentimenti intensissimi e seducenti, interpretato da due ottimi attori come Tandie Newton (Jefferson in Paris) e David Thewlis (Sette anni in Tibet), L’assedio è nato per la televisione ed è costato "solo" tre miliardi. Un ulteriore dimostrazione che per fare i buoni film, bastano solo delle ottime idee. Come quelle che Bertolucci è riuscito quasi sempre ad avere durante la sua carriera.

Marco Spagnoli

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