Cyberrussia (7)
Appunti quotidiani via web da
S.Pietroburgo
Estate? Tutti sul Mar Baltico
Komarovo,
25 giugno 1999 Scrivo queste righe dalla riva del Mar Baltico. Non so se vi
siete mai posti il problema, ma qui, con il caldo che fa, la domanda te la poni non solo
per curiosità, ma per necessità: dove vanno al mare i sanpietroburghesi? Facile: sul Mar
Baltico, a 40 km dal centro città. Non solo, per chi non ha voglia di mettersi in
macchina, c'è la spiaggia della Fortezza, che dà sulla Neva ed è di fronte
all'Ermitage. Lì si fa il bagno con uno sfondo che dire suggestivo è dir poco. Sul Mar
Baltico invece di sono le dacie. Per semplificare, potremmo paragonarle alla nostra
casetta in campagna. Sono in molti a possederla. Il fine settimana si passa lì. Ma
diciamolo francamente, essendo noi a conoscenza che il Mar Baltico d'inverno è una
distesa di ghiaccio, come possiamo pensare che d'estate, per quanto caldo ci possa essere,
la gente vada a prendere il sole e farci il bagno come facciamo noi a Jesolo o a Rimini?
Fantascienza, dirà qualcuno. Nient'affatto: immaginatevi un caldo tra i 28 e i 30 gradi,
piuttosto umido. Insomma, immaginatevi lo stesso caldo che d'estate attanaglia le nostre
città e vi renderete conto che il Mar Baltico e le sue spiagge diventano luogo perfetto
per cercare un po' di refrigerio. Arrivare fin qui non è stato facile. Le strade sono sì larghe e
piuttosto comode, ma non c'è un'indicazione che sia una. Così sbagliamo strada un paio
di volte prima di arrivare a destinazione. Ci fermiamo però al cimitero di Komarovo, dove
c'è la tomba di Anna Achmatova, la poetessa. Questa la troviamo subito, ma non perché la
tomba sia particolare. Andando dritti ce la troviamo davanti. E' una tomba semplice, con
il nome inciso a mano sulla pietra. Qualche fiore, un suo ritratto e il mio imbarazzo,
perché di lei devo avere letto qualche verso da qualche parte o poco più, e nemmeno lo
ricordo. Il Mar Baltico è piatto. Non so se è sempre così o soltanto oggi che la
giornata è splendida e - ahimé - non tira un filo di vento. A guardarla, la spiaggia,
potrebbe sembrare Lignano 30 o 40 anni fa. Nessuna sdraio né ombrelloni. Non è molta
neanche la gente ma è appena venerdì pomeriggio, il pienone sarà domani. Mi siedo in un
bar dove è possibile mangiare guardando il mare. Per tutto il tempo penso che prima di
andarmene voglio andare a bagnare i miei piedi dentro il Baltico. Lo penso e penso anche a
tutti i movimenti che dovrò fare per raggiungere la riva: togliere scarpe e calzini,
riempirmi i piedi di sabbia, bagnarli, ecc. Rimando. Intanto faccio due conti. Già, perché quando sei
all'estero, e paghi in moneta a te sconosciuta, è un po' come giocare a monopoli: ti
sembra sempre di non spenderli, quei soldi, che non siano veri. Io non sto mai lì a fare
calcoli, mi dicono quant'è e pago. Solo che ora mi rendo conto che per visitare musei,
oppure per andare in treno da San Pietroburgo a Mosca, uno straniero paga il triplo e a
volte il quadruplo di un russo. Ecco un aspetto che la dice lunga su quanto siano pronti,
qui, ad accogliere i turisti. E' un modo più o meno galante di dire che se non ci venite,
qui, a noi importa poco. Invece di attirare, respingono. Strano metodo. E, a pensarci,
visto che qui in riva al Baltico ne ho tutto il tempo, anche piuttosto irritante. Mi
chiamano, è ora di rientrare. C'è il treno per Mosca. E i piedi nel Baltico? Accidenti,
ormai è tardi e già lo so, lo so bene, adesso mi resterà per sempre il lieve rimorso di
non averlo fatto.
Roberto
Ferrucci
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